Il fiscal compact è stato concordato lo scorso marzo dall’Unione Europea con la sola esclusione della Gran Bretagna.
Il nostro Parlamento lo ha ratificato senza che nessun giornale, nessun telegiornale, abbiano ritenuto opportuno spiegare agli italiani di cosa si trattasse.
Eppure le conseguenze che ne deriveranno per le famiglie sono pesantissime.
Esso prevede una serie di misure fiscali vincolanti per ciascun paese aderente:
a) Il pareggio di bilancio annuale, senza possibilità di usare accorgimenti anticiclici di tipo keynesiano. (Gli italiani non sono neanche stati informati che recentemente -nel silenzio dei media- è stata modificata pure la Costituzione nell'art. 81, per imporre per via costituzionale il pareggio di bilancio).
a.1) Se per caso dovesse capitare che l'equilibrio di bilancio non potrà realizzersi, scatteranno meccanismi automatici di riequilibrio, come l’aumento automatico dell’IVA;
b) l'obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del PIL (l'Italia è al 124%) di rientrare entro tale soglia in 20 anni ad un ritmo pari ad un ventesimo all’anno, come già definito nel precedente Accordo di Stabilità e Crescita (sic), “six-pack”, entrato in vigore a fine 2011. Sotto questa espressione -quasi innocua- si nascondono "mazziate" per i portafogli degli italiani: ogni anno serviranno infatti manovre, austerità, prelievi e tagli per 40/45 miliardi di euro al fine di ridurre il debito;
c) misure di sorveglianza e punitive in caso di inadempienza. In pratica l'Italia non riceverà fondi comunitari se sgarra di una virgola gli impegni succintamente sopra ricordati e per cui è stato varato il recente "fiscal compact".
L’adesione al fiscal compact è in buona sostanza necessaria per poter accedere ai fondi MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), quel meccanismo a cui l'Italia dovrebbe ricorrere nei prossimi mesi se i mercati dovessero spingerci, più di quanto accada attualmente, nel pantano degli spread in ascesa.
I fondi MES, attualmente sono comunque una chimera e quindi inutili per abbattere i famosi spread che oscillano -come ci informa la tv- fra i 450 ed i 500 punti in quanto dobbiamo attendere che la Corte Costituzionale tedesca dia il via libero (si auspica) a che Berlino metta un bel pò di miliardi sul piatto.
Nell'attesa Mario Monti grida ai quattro venti che l'Italia non ha bisogno di aiuti, sperando che i mercati lo sentano.
Il problema grave di quanto abbiamo scritto sul "fiscal compact" è però altro:
-l'Occidente è divenuto quel luogo di libertà, prosperità e creatività che è grazie alla "libertà di ricerca e di pensiero". Da noi finora ogni scoperta ed ogni invenzione dell'ingegno non è stata mai bloccata dallo Stato. Per vedere iniziative di censura dobbiamo volgerci indietro, fino al caso di Galileo.
-Il "fiscal compact" è un gravissimo atto di censura, scritto adesso sulla nostra Costituzione e sul nostro ordinamento legislativo", con cui diciamo che in Italia (in Europa ?) l'unica teoria economica ammessa, da sviluppare, da studiare, da applicare nella finanza pubblica, è quella "liberista" o come alcuni la definiscono "neo-liberista".
-In Italia per legge è stata vietata l'applicazione della teoria "keynesiana", quella branca della finanza pubblica che ha fatto uscire gli Stati Uniti dalla crisi economica del 1929, che ha consentito la grande crescita del vecchio continente nel secondo dopo-guerra, e che è la teoria su cui si fonda il pensiero socio-economico della Sinistra nel mondo, la Socialdemocrazia.
-Tutto ciò è stato possibile grazie al governo tecnico "liberista", grazie all'assenza "assoluta" di una qualsiasi forza di sinistra nel Parlamento dei "900" scilipoti. PD, PDL e UDC al di là delle differenze caratteriali dei loro esponenti sono la stessa cosa, perseguono tutti e tre il "liberismo", quella teoria che nel medio termine si propone lo smantellamento dello stato sociale, lo stato solidaristico sorto nel Novecento grazie alla Socialdemocrazia europea.
-Il "fiscal compact" è -allo stato dei rapporti di forza esistenti nel vecchio continente- lo strumento neo-liberista, grazie al quale la Germania riuscirà ad imporre la sua leadership in Europa, senza i mezzi violenti adoperati nel Novecento.
Non intendiamo minimamente contestare le buone ragioni della Germania nell'esigere il "rigore", specie se deve mettere a disposizione di paesi che coltivano il parassitismo come la Grecia, l'Italia o la Spagna pacchetti di miliardi di euro. Essa, la Germania, fa ciò che farebbe qualunque stato prima di fare prestiti a paesi "viziosi".
Però avere scritto sulla Costituzione Italiana che il pensiero e la teoria "keynesiana" sono fuori legge è la più grande vergogna che la classe dirigente dei scilipodi (con i visi di Casini, Berlusconi, Veltroni e Bersani) potesse fare, potesse lasciare in eredità ai nostri figli ed ai nostri nipoti.
Come faremo a criticare, con l'occhio moderno, quanto la Santa Inquisizione impose a Galileo con l'occhio -però- dei secoli passati ?
Nessun commento:
Posta un commento