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venerdì 28 giugno 2024

Viviamo in Occidente: scrutiamo aspetti del sistema (2)

Dalla famiglia patriarcale a ...

Fino all'alba del Novecento, la
demografia nei paesi occidentali,
registrava una fecondità media di
circa cinque figli.
  Stando a quanto ci fa sapere l'ONU,  la popolazione mondiale supera oggi gli 8 miliardi di persone. Eppure i dati ci dicono che nella parte dell'Occidente la consistenza della popolazione non cresce,  anzi in più luoghi di esso (p.e. In Italia) diminuisce. 
Nel corso del XX secolo in quasi tutti i paesi occidentali, la fecondità è fortemente diminuita sotto il livello di due figli per donna. La condizione più ordinaria per una coppia di coniugi è divenuta quella di avere uno o due bambini. Questa ordinaria nuova condizione è divenuta quella delle famiglie nelle quali ci sono più genitori (due) che figli.

 Nel corso dei secoli, sin dagli albori dell'umanità, fino alla fine dell'Ottocento in ciascuna famiglia nascevano tanti figli quanti ne arrivavano: l'attività riproduttiva non era soggetta a controllo nè ad alcuna volontà. Quella di deventare papà o mamma non era una scelta. La fecondità era vissuta, sostengono gli antropologi ed i sociologi, in modo naturale. 

  Louis Henry ( storico francese, fondatore della demografia storica e dei campi di studio univoci) definisce la fecondità "naturale" quella che non mutava in funzione del numero dei figli nati. Non c'è da stupirsi quindi se gli attuali anziani (ultrasettantenni?) raccontano che i loro nonni (o nonne) hanno avuto sei-sette fratelli e/o altrettante sorelle. A Contessa Entellina è facile e persino ricorrente ascoltare, fra tanti anziani, saluti e segni amicali di tanti di loro che quando si incontrano, ordinariamente, si appellano "cugino! che si dice? come stanno a casa?".

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