StatCounter

venerdì 8 febbraio 2013

Televisione. Ci aiuta a capire oppure ci induce a capire ciò che vuole l'editore ?

di Nicola Graffagnini
Una  riflessione sull’attuale momento politico  e  sulla  responsabilità   dei mezzi di comunicazione televisivi  di  informare  i cittadini   in ordine  ai  problemi   della Nazione   che si appresta  al voto.
In questi gironi di turbinio  di uomini politici che si inseguono da un telegiornale all’altro, da uno studio TV ad un altro, con battute, botta e risposta  tra di loro  incomprensibili alla gente comune, vorrei ragionare  insieme ai lettori  e  cercare di capire insieme a loro  se ad esempio  hanno  compreso  le ragioni della crisi attuale  e  le condizioni del Bilancio dello Stato.
Infatti la televisione di Stato, e cioè i tre canali televisivi RAI, tanto per precisare, sembrano voler sfuggire, a parte  poche trasmissioni, al dettato costituzionale che dovrebbe indirizzarle, e cioè quello  di <informare  i cittadini  nel miglior modo per decidere  la rappresentanza politica>  visto che l’Editore di riferimento è lo Stato e nel dettaglio le due Camere i cui Presidenti indicano e designano  la Commissione Parlamentare di Vigilanza  che indica ( in concorso con i Partiti )   le cariche  del Consiglio di Amministrazione della RAI.
Dicevo un turbinio, anzi un uragano  di interviste, mosse e contromosse che per la loro molteplicità e dislocazione  nei vari contenitori orari, più che raggiungere l’obiettivo di informare, io penso e ritengo  che disinformino o quantomeno allontanino dagli schermi televisivi, in questo caso  usato male e invece  dal grande potere  di orientamento.
E  ritorno ai telegiornali  che in pochissimi minuti, ad esempio dedicati al  famoso “panino”  sulla giornata politica, intrattengono  su chi ha detto che cosa.
Penso e rifletto  come è possibile informare bene sulle varie posizioni assunte di giorno in giorno, dai leader dei vari Partiti, con un piccolo riassunto  di  dieci righe appena  e dedicate  su pettegolezzi leggeri ?
E qui  ci sovviene  un nostro proverbio  siciliano: <s’annacanu >, che  vuol dire  appunto .. non camminano  e nel nostro caso, perdono tempo  .. per  non  entrare  nel vivo dei problemi, che per me  è la crisi  e  il  Bilancio  dello Stato, per l’appunto,   uno dei pochi  che  ne parla  con cognizione di causa  mi sembra   il giornalista  Oscar Giannino, neofita  aspirante  deputato  ma respinto  stranamente dalla lista Monti.
Un altro copione  seguono invece  le TV  del Cavaliere che si distinguono in verità, infatti non hanno il  “panino “  e  dedicano  minuti e minuti  di dirette televisive  sugli interventi più o meno choccanti del loro Editore di riferimento, ( per inciso  negli USA  o in Gran Bretagna  l’Editore   non sarebbe potuto scendere in politica, ma tant’è  direbbe qualcuno, siamo in Italia .!) .
 In questi giorni  è sotto gli occhi  di tutti ormai  che queste TV  stanno svolgendo  più che bene le funzioni  di  PR  e Ufficio stampa -diffusore dei Comunicati del Capo  … anzi  ormai  non fanno altro che anticipare  a  piccole pillole, dosate  dai  guru della  comunicazione, creando il necessario  clima di  attesa, di suspence  .. sulle comunicazioni  giornaliere del Capo, oggi  definite  , tanto per uscire fuori di metafora  e raccontare  la loro verità  nuda e cruda , ecco che cosa  vi prometto io!
Questa è la televisione che preferisce il messaggio emozionale ed unidirezionale,   e non un messaggio  che  secondo i grandi  padri delle democrazia partecipata negli USA,   come  J.Dewey, doveva  servire, in ogni elezione, ad elevare  la media  dei cittadini  alla  conoscenza  delle cose dello Stato.
Questo tipo di messaggio  dal Capo ai  cittadini, sembra  in parte  non molto dissimile  dal messaggio emozionale  di un altro Cavaliere, che amava  parlare  con grandi gesti plateali  dal grande balcone di Piazza Venezia     alla radio   che  trasmetteva  la sua voce  nelle ottomila  piazze  dei  nostri   paesini   gremite   da  cittadini allineati  in  rigoroso silenzio.
Per concludere  queste  semplici riflessioni   sull’attuale   momento politico, manca  alla mia argomentazione  un’altra televisione  privata, la sette, che si discosta  da tutte le altre e anzi  da qualche anno, sta diventando un fenomeno di ascolti, pur  se  minacciata   di vendita o di svendita  da un mese all’altro.
Si tratta   di un fenomeno  trascinato  in salita  negli ascolti, da quella Signora del Giornalismo televisivo, dalla schiena dritta,  che è la Gruber,  che in più di una occasione, ha dimostrato  di non  avercene  per nessuno degli intervistati  ..
Infatti la Signora  non le manda a dire e va giù  con la clava in diretta, interpretando  l’animo stesso  degli ascoltatori  ed immedesimandosi in essi fino al punto  di   indovinare   ciò che loro stessi chiederebbero, con un linguaggio semplice e chiaro, senza inglesismi o circonlocuzioni ricercate.
E infine  vorrei ricordare  con una  punta di nostalgia  le vecchie tribune politiche  che fin da bambino  mi piaceva  vedere  per farmi un’idea  del tutto personale  e  ove si potevano vedere  dialogare  con grande umiltà  e compostezza  da  Pietro Nenni ad Almirante, che si guardavano bene  dallo sforamento  dei loro minuti e men che meno  dall’attaccarsi a vicenda   come  zitelle inacidite.
Io non nascondo  che nonostante  le mie personali idee   andavo  a sentire  tutti i comizi elettorali a Palermo, perché avevo sete   di sapere  e di conoscere  e uno  degli oratori  che  si faceva  ascoltare  e riempiva  Piazza Castelnuovo era   Almirante  ma anche Pietro Nenni.
Ora  non ci restano  che  le  famose  o fumose trasmissioni televisive  e  Iader Iacobelli  potremo rivederlo  soltanto  se la RAI -canale 5  di Storia-  si  deciderà di  trasmettere  una  riedizione  delle Tribune Politiche ..così, tanto per confrontare.
Nicolò   Graffagnini

Nessun commento:

Posta un commento