Balcani ed Ottomani
Secondo Nikolaï Todorov, storico bulgaro,
l'impero ottomano si rivelò incapace di creare una società propria o una cultura complessiva.
Non riuscì ad integrare sotto il suo dominio i diversi gruppi etnici e sociali
dei Balcani o addirittura questo intento non rientrò mai nei suoi obiettivi.
Per quanto attiene all'islamizzazione l'iniziativa più consistente è stato il trasferimento dall'Anatolia alla Tracia (zona meridionale della Bulgaria) di molte popolazioni nomade. Già nel Seicento molte popolazioni balcaniche erano islamizzate e a questo ha contribuito la "mobilità sociale". Gli ottomani erano in qualche modo tolleranti sia con i cristiani che con gli ebrei, tuttavia se si voleva assumere un ruolo nell'apparato pubblico era molto più problematico per costoro farsi avanti.
C'è da mettere in evidenza che i tentativi per la cacciata dei turchi dai Balcani non furono numerosi. Le popolazioni più irrequiete al dominio turco furono tuttavia quelle greche, serbe e bulgare e ad animarle fu la religiosità ortodossa tenuta viva dai monaci. Quelle che si mescolarono con più facilità con i dominatori furono gli albanesi.
Dopo i fallimenti occidentali (di Venezia e di altri ), di cacciare o quantomeno bloccare l'avanzata turca nei Balcani, il ruolo di guida e difesa delle popolazioni sottomesse fu assunto dalla Russia zarista in nome della comune fede ortodossa.
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