La pandemia ci fa di leggere su facebook molte espressioni spesso illogiche (è il bello o il brutto della democrazia, dice qualcuno) come quelle di chi vorrebbe apparire un buonista che lotta -animato da alti ideali- contro i tanti cattivoni, quelli privi di cuore.
"La salute è più importante del Pil" arrivò a dichiarare un ministro nei mesi primaverili quando regnava nello stivale italico il lockdown. Non vì è dubbio che quella frase, poi ripetuta da migliaia di frequentatori dei social, è di grande effetto; ci consegna un ministro dal grande calore umano, peraltro diligentissimo sotto più aspetti.
Un governante di un grande Paese, come è l'Italia, sa bene che "Pil e Salute" sono la stessa e identica cosa. Quando un ristoratore nel mese di aprile trascorso (2020) lamentava in tv di avere avuto la contrazione della propria attività e dei guadagni del cento per cento e che conseguentemente non avrebbe potuto pagare i suoi quindici dipendenti, nè pagare l'affitto dei locali, nè la fattura degli approvigionamenti finiti in malora .... egli stava dicendo di avere subito il crollo dell'economia aziendale con l'azzeramento dei quindici stipendi da erogare, parlava di Pil, ma stava parlando pure della sciagura sua e di quindici famiglie. Salute psichica, psicologica e fisica camminano infatti appaiate con l'ordinario scorrere dell'economia, del pil. Parlare o scrivere del Pil significa parlare e scrivere del benessere (auspicabile) di tutti coloro che vivono inseriti nella società umana, compresa la sanità pubblica, la sanità di tutti.
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