19 Ottobre 1634
Nei domini dei Cardona, poi Gioeni e poi ancora dei Colonna, e non solamente nei loro, erano previste gravi sanzioni per chi non saldava i debiti con la Signoria e soprattutto con le casse regie. Per i giurati (gli amministratori in loco) che non inoltravano il denaro raccolto con le tande regie o con le collette era previsto il carcere. Per gli stessi residenti che non adempivano ai debiti dovuti all'Università (=il Comune) era previsto il carcere per debiti, anche se in questi casi era più facile trovare rimedi con una tempestiva raccolta nel parentato.
La carcerazione poteva capitare oltre che ai giurati anche ai gabellotti della tassa sul macino ogni volta che ritardavano e/o saltavano le scadenze. Per essi era però prevista la chiusura a casa con la chiave affidata alle guardie fino a quando parenti o amici non avessero raccolto la somma dovuta. Così funzionò la finanza pubblica fino a tutto il XVIII secolo, quando tutto cambiò sotto il governo del vicerè Caracciolo, nel periodo della Rivoluzione Francese.
La superiore rievocazione storica è dovuta ad una ordinanza del Regio Percettore dell'ottobre 1634 relativa al comune di Noto.
Nessun commento:
Posta un commento