Il Quadro generale
all'alba del Novecento
Il Rinnovamento della cultura. All'inizio del Novecento l'Italia è attraversata da nuove-diverse correnti di pensiero. La cultura, quella riconosciuta dalle Università e dalla stampa come ufficiale è dominata dalla personalità di Benedetto Croce, filosofo che punta a tracciare il percorso dell'arte italiana. Il Cattolicesimo attraversa un percorso intenso e nello stesso tempo amaro, il Modernismo, punta a conciliare la sensibilità cattolica del Paese con le nuove tendenza di vita, e da qui ogni suo sforzo di condanna di eresia (Pio X) che mira, in realtà, al tentativo di non perdere l'incontrastato dominio.
La musica italiana si diffonde in ogni parte del mondo: la morte di Giuseppe Verdi, nel 1901, vede il rilancio delle composizioni liriche attraverso la figura di Giacomo Puccin e le arie di Enrico Caruso che si impone dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York.
Le correnti di pensiero. In quell'inizio del Novecento, il mondo della cultura attraversò un momento di grande fioritura: 1) nel 1901 viene istituito il Premio Nobel che permette al mondo della ricerca di finanziarsi e ampliare gli studi e nello stesso tempo di comunicare con l'intero mondo culturale. 2) le grandi teorizzazioni sociali, politiche ed economiche si ritrovano nell'evoluzione della specie elaborata da Charles Darwin.
La lotta per la sopravvivenza (che regola la vita animale) viene applicata alle dinamiche sociali e da qui il "darwinismo sociale" che vorrebbe giustificare scientificamente gli eccessi del capitalismo esasperato di quell'inizio secolo. Marx in realtà, partendo sempre da quella speculazione darwiniana, proponeva in alternativa alla lotta tra individui per la sopravvivenza sociale, una alleanza tra gli esseri umani, uniti alla ricerca di un costante e comune miglioramento.