15 Ottobre 1820
A Palermo si ingarbuglia il rapporto con i Borboni di Napoli. Ai nobili siciliani è venuta a mancare l'interlocuzione col generale Florestano Pepe, però continua la rivendicazione della Costituzione del 1812.
Un volantino che rivela lo spirito di attaccamento alla Costituzione del 1812 |
Mentre pure a Napoli esplode l'insurrezione, a Palermo violenti scontri avvengono fra i sostenitori dell'unità con Napoli e i separatisti che richiedono l'indipendenza della Sicilia sulla base della Costituzione del 1812. Il popolo armato assale gli uffici del registro, distrugge la statua del re in piazza Borbonica, accerchia la residenza del luogotenente e si fa consegnare il Castello a Mare. Sono assalite le carceri e liberati i detenuti; le truppe vengono sopraffatte dalla popolazione, che occupa e saccheggia il Palazzo Reale e massacra tutti i sospetti realisti.
Si costituisce una giunta municipale composta dal cardinale Pietro Gravina, presidente, nove esponenti della grande nobiltà e dieci esperti giuristi in qualità di collaboratori.
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