Balcani ed Ottomani
cultura greco-romana salvaguardata
Particolare di un affresco di Agia Roussanou, antico monastero della regione greca della Tessaglia. |
La classe dirigente e quella più istruita del paese -nel Settecento- cominciò a fare largo uso della lingua francese. Si trattava di coloro che, precedentemente, sulle pagine del blog abbiamo definito i "Fanarioti", i ricchi greci inseriti nelle attività commerciali e che risiedevano nel quartiere prossimo al Patriarcato di Costantinopoli. Tanti di essi lavoravano da interpreti e persino da responsabili di vari rami dell'amministrazione della "Sublime Porta", la sede del Sultanato ottomano.
Fu proprio attraverso il ruolo e l'influenza assunta dalla classe dirigente greca nella Capitale ottomana che l'Illuminismo prese piede nella cultura greca. Nel contesto socio-culturale dei Fanarioti spicca la figura dell'insigne filosofo E. Voulgaris (1716-12806) a Ianina, città a sud dell'Albania, oggi Grecia, che insegnò inoltre filosofia moderna all'Accademia Atonita e all'Accademia patriarcale prima di essere invitato in Russia da Caterina II che lo nominò Arcivescovo di Cherson (città ucraina). Questi tradusse in greco la gran parte delle opere illuministe francersi e quelle di John Locke e Voltaire in particolare. Figure notevoli dal punto di vista culturale furono anche Nikiphoros Theotokis (1731-1800) che nei suoi Elementi di fisica (Lipsia 1768) presentò la teoria di Newton in stampa e Iosipos Moissiodax (1730-1800) che puntò al rinnovamento intellettuale e critico della vita sociale e politica.
In prosieguo vedremo come nel resto della penisola balcanica fu vissuto il dominio ottomano.
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