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martedì 20 ottobre 2020

Una riflessione la settimana: la demagogia dei populisti

 Che il Movimento 5Stelle stia arrivando alla implosione ne sono convinti in tanti. L'elettorato pentastellato comincia a non raccapezzarsi più su dove punti il movimento fondato da un comico. La scalata dei consensi dal 2009 ad oggi si è arrestata e visti i compromessi attuati con la destra radicale prima e poi col centro-sinistra, inevitabilmente è balzata agli occhi dell'elettorato la semplice natura di forza di contestazione e di forza incapace ad avere una linea propria che possa dirsi "linea di governo".

«Abbiamo deciso di introdurre il
cosiddetto “mandato zero”.
Che cos’è il mandato zero? È un
mandato, il primo, che non si
conta nella regola dei due
mandati, cioè un mandato che non vale»

  Riuscirà il Movimento a bloccare l'emorragia di consensi che lo vedono lontano da quel 33% di consensi del 2018? Quando sosteneva che avrebbe fatto una rivoluzione una volta giunto al governo ?

 Di rivoluzioni in due anni e mezzo di governo non ne abbiamo vista nemmeno l'ombra. Ci avevano promesso: 1) apriremo le stanze del potere come una scatoletta di sardine, e adesso si trovano bene in quelle medesime stanze; 2)  non avremo candidati premier, avremo una guida collegiale; hanno designato -loro, non altri- Giuseppe Conte, 3) non avremo alleati, e hanno finora gustato l'arco politico da destra a sinistra 4) dopo due mandati si torna a casa e adesso discutono di deroghe. 

Nessuno si stupisce, e non c'è motivo per stupirsi, perchè tutti sappiamo che  le rivoluzioni, lo scrive in un bel articolo Mattia Feltri, hanno origine nell'astronomia: il moto è quello che compie la Terra attorno al Sole il quale dopo i canonici 365 giorni, 6 ore e 9 minuti torna al punto di partenza. Ossia "nulla di nuovo sotto il sole", se non il tradizionale trionfo delle chiacchiere e dell'incompetenza.

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