12 ottobre 1820
La Sicilia, dopo secoli di vita politica autonoma, non era piu un regno indipendente e separato ma parte integrante di uno Stato con il suo centro nel napoletano e la sua capitale in Napoli (Regno delle Due Sicilie).
Ciò fu possibile col beneplacito di Austria, Francia, Inghilterra, Prussia, perché "la Francia vuol la Sicilia (regno delle Due Sicilie) unita per non lasciarla interamente all'arbitrio dell'Inghilterra, e l'Inghilterra vuole il regno unito per la paura che il re di quel regno non si dia interamente in braccio alla Francia."
Come conseguenza dell'unificazione a Palermo si era insediato un luogotenente generale di Sicilia, nella persona di Francesco di Borbone, duca di Calabria, figlio primogenito di re Ferdinando.
Nei mesi di maggio e giugno 1820 scoppiarono i primi disordini in diverse parti dell'isola e tutto lasciò presagire che "una piccola scintilla avrebbe prodotto un grande incendio".
Sotto la pressione popolare il re fu costretto, il 6 luglio, a promettere la costituzione. Lo stesso giorno istituì il vicariato generale, con i poteri dell'Alter Ego, e nominò il Duca di Calabria vicario del regno. Il 7 Luglio venne adottata la costituzione di Spagna del 1812 e il 9 luglio fu istituita la Giunta provvisoria di governo a Napoli.
Palermo, e varie città minori e "del contado" inneggiarono alla Costituzione ma misero al primo posto l'indipendenza della Sicilia e in misura minore l'applicazione della costituzione siciliana del 1812. Il resto degli altri capoluoghi di provincia non si sollevò.
Il 12 Ottobre la rivoluzione rientrò.
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