Abbiamo evidenziato nei post precedenti che un Impero ufficialmente autodefinitosi "bizantino" non è mai esistito nella storia. Il termine "bizantino" è stato introdotto solo a partire dal XVIII secolo dagli Illuministi, quando l'Impero Romano d'Oriente era ormai scomparso da circa tre secoli.
In Occidente è sempre prevalso l'orientamento papalino, stranamente fatto proprio pure dagli Illuministi, di disconoscere che l'Impero protrattosi per circa un millennio dopo il crollo di Roma che si era dato come capitale Costantinopoli sia stato la medesima continuità imperiale. Tutto ciò ben sapendo che è stato Costantino a voler spostare la capitale dell'immenso Impero in un'area più "centrale", ferma restando la continuità storica.
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Agli storici occidentali è sempre piaciuto dare l'attributo di "Imperatore Romano" solamente a Costantino, che spostò la capitale a Costantinopoli e a Giustiniano che forse a Roma non venne mai pur avendola riaccorpata ai territori imperiali; tutti gli altri -sui nostri libri, almeno in Italia- diventano "bizantini"; imperatori di un Impero mai esistito sul piano ufficiale.
In precedenti interventi sul Blog abbiamo evidenziato come con Costantino a far diffondere il Cristianesimo nell'area mediterranea sia stato proprio quell'Impero con capitale Costantinopoli che ne fece addirittura "religione di Stato". Ancora con Teodosio e poi con Giustiniano l'Impero puntò a ufficializzare negli atti di governo l'essenza "cristiana" dell'Impero.
Un decreto di Teodosio nel 380 così recita:
Nostro volere è che tutti i popoli che sono amministrati dalla nostra Clemenza pratichino la religione che il divino apostolo Pietro trasmise ai Romani (...). Crederemo nella singola divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in forma di pari maestà e di Santa Trinità. Comandiamo che le persone che seguono questa legge abbraccino il nome di cristiani cattolici. Quanto agli altri, che giudichiamo dementi e folli (dementes vesanosque), essi porteranno l'infamia legata ai dogmi eretici. I luoghi dove essi si incontrano non riceveranno il nome di chiesa e saranno puniti in primo luogo dalla vendetta divina, in secondo dalla punizione di Nostra iniziativas, che dispenseremo secondo il giudizio divino.
In quei primi tempi di ufficializzazione del Cristianesimo l'Autorità ufficiale più elevata dei credenti era ovviamente l'Imperatore che per guidare la Chiesa si avvaleva non tanto delle "encicliche" quanto di Decreti. Egli teneva comunque in grande considerazione le indicazioni teologiche dei cinque patriarchi che guidavano le chiese locali, sia che fossero all'interno o all'esterno dei territori imperiali: Roma, Costantinopoli, Alessandria d'Egitto, Antiochia e Gerusalemme.
Giustiniano inserirà -dopo più di un secolo dalla promulgazione- il soprariportato decreto di Teodosio quale preambolo nel noto Corpus iuris civilis o Corpus iuris Iustinianeum (529-534),
L'Impero cristiano post-Costantino lo si intese ergere quindi su presupposti prettamente religiosi. Per quasi tutto il primo millennio l'Imperatore di Costantinopoli fungerà da apparente capo di tutta la Chiesa cristiana indivisa. Quel ruolo comincerà a scricchiolare quando la chiesa di Roma, venutasi a trovare con le invasioni barbariche all'esterno dei territori imperiali punterà ad avere un suo imperatore esclusivo rispetto agli altri quattro patriarcati, quello dei franchi. Sarà quindi il papato romano a mettere in crisi la pentarchia religiosa del primo millennio cristiano.
Scorriamo dopo le superiori premesse i presupposti della cristianità del primo millennio che ruotavano appunto attorno al cosidetto Impero Bizantino.
Un solo Dio, un solo Impero, una sola religione: erano tutte pietre angolari del pensiero politico "bizantino". La religione veniva definita dai concili ecumenici della Chiesa sulla base della Sacra Scrittura e dell'esegesi dei Padri, ma era dovere dell'Imperatore -di fatto, era il suo più alto dovere- farne valere l'osservanza universale.
Riportiamo ancora un presupposto del primo millennio cristiano che coinvolge non solo i territori imperiali ma anche quelli esterni ai suoi confini:
Una legge imperiale di Giustiniano sancisce:
"Ben sappiamo che il Nostro Stato è sostenuto più dalla religione che dai doveri ufficiali e dalla fatica e dal sudore fisico. Se con ogni mezzo ci adoperiamo a far rispettare le leggi civili, il cui potere Iddio nella Sua bontà ha a noi commesso per la sicurezza dei Nostri sudditi, quanto più accanitamente dovremo prodigarci per far rispettare i santi canoni e le leggi divine che sono state enunciate per la salvezza delle nostre anime".
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