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venerdì 24 aprile 2020

24 Aprile

Il 24 aprile del 1915 è la data convenzionale con cui si identifica l'inizio del genocidio armeno nell'Impero Ottomano.

Oggi nel mondo gli armeni sono tra i 9 e i 10 milioni. Solo 3,5 milioni di loro vivono nella Repubblica Armena (nel Caucaso), nata dal crollo dell'Urss e indipendente dal 1991. Gli altri si trovano in Russia (oltre 1 milione e mezzo), in Francia, Stati Uniti, Grecia, Libano e altri Paesi, Italia compresa. Tra le comunità nate nel nostro Paese in seguito alla persecuzione turca, la più importante fu quella di Nor Arax (Nuova Armenia), alla periferia di Bari, dove negli Anni '20 approdarono centinaia di profughi. Oggi la più numerosa è invece quella di Milano (oltre un migliaio di persone), dove nel 1958 fu costituita l'unica parrocchia italiana della Chiesa Armena. 
Gli armeni in Italia c'erano però anche prima del 1915: in Calabria furono deportati dai Bizantini fra il V e il X secolo; nel 1717, invece, la Serenissima donò l'isola di San Lazzaro, nella laguna di Venezia, all'abate cattolico armeno Pietro Mechitar, in fuga dal Peloponneso. |
Il nazionalismo turco
I Giovani Turchi (formazioni paramilitari) non potevano intraprendere la loro politica di annientamento, dovevano aspettare un’occasione favorevole. Tale occasione è la prima guerra mondiale, perché nessuna potenza sarebbe potuta intervenire a causa di questa. 
Talaaat Pascià, parlando al Dr. Mordtman in merito all’abolizione di ogni concessione a favore degli armeni, asserisce infatti: “C’est le seul moment propice”. All’operazione si oppongono i partiti armeni, ma ogni sforzo è vano. I Giovani Turchi iniziano la loro follia e per gli armeni inizia il METZ YEGHERN (IL GRANDE MALE). Con questo nome gli armeni chiamano il loro genocidio. In sei mesi i turchi uccideranno da un milione e mezzo a due milioni di armeni.
Tutta l’operazione viene mascherata come un’azione di spostamento di persone da ipotetiche zone di guerra. Tutto ciò perché i Giovani Turchi vorrebbero far credere che la sparizione di due milioni di persone sia dovuta al caso. Le modalità di sterminio sono:
1)    Eliminazione del cervello della nazione. Il 24 Aprile 1915 vengono arrestati gli esponenti dell’élite culturale armena. Intellettuali, deputati, prelati, commercianti, professionisti saranno deportati all’interno dell’Anatolia e massacrati. Ci vorranno cinquant’anni per ricostruire una classe pensante.
2)    Eliminazione della forza. Gli Armeni dai 18 ai 60 anni vengono chiamati alle armi a causa della guerra in atto. Questi, da bravi cittadini, si arruolano. Un decreto stabilisce il disarmo di tutti i militari armeni, che vengono costituiti in battaglioni del genio. A gruppi di 100 verranno isolati e massacrati. Di 350.000 soldati armeni nessuno si salverà.
3)   E’ il turno di donne vecchi e bambini. I medici Nazim e Behaeddin Chackir sguinzagliano la loro organizzazione segreta. Nei luoghi vicino al mare si procede all’annegamento. Lo sterminio diretto viene applicato anche nelle zone in cui incombeva l’avanzata russa per il timore che alcuni si potessero salvare.
4)  Deportazioni (tehcir ve taktil = deportazione e massacro) –  In primo luogo vengono eliminati i pochi uomini validi rimasti. Il capo della gendarmeria locale dà ordine ai maschi armeni di presentarsi al comune, appena arrivati vengono imprigionati ed eliminati fuori dal villaggio. Si incomincia la deportazione con la scusa dello spostamento da zona di operazioni belliche; moltissimi deportati vengono uccisi durante la marcia.

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