La parola passerà alla politica e all'economia dopo che si sarà rimediato -al meglio- all'aspetto sanitario.
Passerà purtroppo pure al "Fisco" (=alle tasche dei contribuenti).
Sicilia/Italia
Quello che preoccupa di più è come fronteggiare gli effetti collaterali – crisi economica e potenziali disordini sociali (scioperi per ultimazione fondi cassa integrazione, licenziamenti etc.) in primis – della pandemia.
E' questo il banco di prova di chi da qualche tempo in quà ha gridato “nessuno resterà indietro”, che ovviamente non sono stati i sindaci ma i politici regionali e nazionali.
Immagine post-terremoto |
Se saltano i rapporti con l'Europa, chi oserà offrire un euro all'Italia ? La cosa però non preoccupa nè i populisti nè i sovranisti.
Contessa/Enti Locali
Sono anche i sindaci a dover dare qualche risposta concreta quando l'aspetto più prettamente sanitario della crisi sarà in qualche modo posto sotto controllo.
Finora i comuni non hanno avuto altro compito che intervenire con lo "state a casa" e tramite i servizi sociali hanno curato l'assegnazione di alcuni fondi della Protezione civile etc.
C'è da augurarsi che si siano accorti che con lo stare a casa non si è prodotta nuova ricchezza, nuove risorse; che, in poche parole, siamo più poveri perchè ci manca il non prodotto.
Il problema sociale è ovviamente piuttosto serio nei grandi comuni dove alcune fascie di popolazione vivono di espedienti che però durante la quarantena non hanno potuto svolgere.
La ripresa socio/economica che dovrebbe avviarsi il 3 maggio dovrà essere seguita non più solamente dai sindaci ma complessivamente dai Consigli Comunali. E ci sarebbe da augurare che la "ripresa" debba riguardare tutti, maggioranze e minoranze.
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