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L'Imperatore si reca in Chiesa
il bizantinismo
Costantinopoli era, nella coscienza di tutti i popoli che abitavano l'Europa, il Nord Africa ed Il Medio Oriente, la Nuova Roma ri-posizionata in modo più centrale rispetto ai vastissimi e ricchi domini del Medio Oriente.
Nelle processioni imperiali ciò che balza all'attenzione è che quelle camminate -per tratti non lunghi- erano delle "cerimonie" (taxis) molto studiate, accurate. Il procedere dell'Imperatore vedeva tutti i gruppi sociali della capitale ciascuno nel suo posto prestabilito in modo ascendente. Primi i portatori di insegne, la gerarchia e le dignità civili e militari, quindi i corpi scelti delle guardie imperiali e poi gli eunuchi che precedono l'Imperatore.
Il corteo procede fra le autorità municipali della città, gli impiegati civili, i notarii , i maestri delle scuole, i medici e gli avvocati, le corporazioni di mercanti e artigiani, folle di soldati, di contadini, salariati, monaci, cori che acclamano "luogotenente di Dio sulla terra". Quest'utimo appellativo rivolto all'Imperatore Romano nei secoli successivi -in Occidente- verrà attribuito al Papa.
Quando finalmente l'Imperatore raggiunge la vicina Chiesa di Santa Sofia riceve all'ingresso il saluto del Patriarca, il Vescovo dei Vescovi dell'intero impero af occidente come ad oriente.
Gli eunuchi in un preciso sito dell'immensa chiesa gli tolgono la corona ed inizia il complesso cerimoniale della funzione liturgica.
Quando termina la Divina Liturgia l'Imperatore distribuisce numerose monete d'oro al clero, ai cantori e quindi in apposita parte dell'immensa chiesa ai poveri. La convinzione era che fra quei poveri potesse esservi Cristo in persona.
La società romano-bizantina stiamo iniziando a conoscerla su quanto adesso abbiamo provato a tratteggiare. Questa descrizione dà una immagine quasi complessiva di quel modo di essere e pensare di quello che sarà un impero millenario.
Taxis abbiamo detto che significa cerimonia, ma col tempo significherà "ordine", assetto su cui poggia l'autorità imperiale.
Nella visione dell'Impero ciascun uomo sa, deve sapere, che al pari dei posti fissati nelle "cerimonie" imperiali gli è automaticamente assegnato un posto nell'ordine sociale di questa terra, seppure la mobilità sociale è prevista e assecondata. L'irregolarità nell'assetto imperiale è sinonimo di inquietudine, di disordine.
L'ordine terreno -rispetto all'assetto imperiale- altro non è che ordine imperfetto di quello celeste. Se l'Imperatore è il "luogotenente di Dio", la sua corte è il riflesso di quella celeste.
(segue)
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