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giovedì 9 aprile 2020

La Sindone e le narrazioni. Ancora oggi resiste l'antico enigma

La Sindone è forse la reliquia più famosa e più sbalorditiva della cristianità. 
La datazione al carbonio14 ha definitivamente stabilito che si tratta di un manufatto medievale, ma ancora oggi molti devoti non accettano il verdetto della scienza e suggeriscono svariate ipotesi alternative per inficiare la datazione di laboratorio e continuare a credere che il telo di Torino abbia davvero avvolto il cadavere di Gesù.
Paolo Cortesi

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Come è finita la Sindone nelle mani di Geoffroy de Charny ? Gli storici ad oggi non sono riusciti a risalire alle origini e al percorso del telo.
Esistono due testimonianze che sono in contrasto fra di loro.
..Nel 1389, Geogffroy II, figlio del fondatore di Lirey, affermò che la reliquia era stata regalata al padre, ma non disse da chi o perchè. Circa il tempo del regalo sostenne che la reliquia da 34 anni stava esposta ai fedeli. Sulla base di quella dichiarazione si arriva, quindi, al 1355 come periodo da cui iniziare a contare gli anni di esistenza del Telo.
Sempre che la testimonianza di Geoffroy sia stata veritiera.
..Nel 1443 la figlia di Geoffroy II, Margherita, dichiarò al tribunale di Dole che suo nonno l'aveva conquistata in una spedizione militare.

 L'ostensione del Sudario richiamava a Lirey un gran numero di pellegrini e, quindi, di elemosine. Il vescovo di Troyes non aveva autorizzato il culto dello straordinario oggetto che appariva svincolato dalla gestione gerarchica ecclesiastica, ma anzi era completamente una faccenda della casa de Charny; per questo il vescovo ne vietò l'esposizione.

Goffrey II nel 1388 chiese la rimozione del divieto di culto a Pierre de Thurey, cardinale di Saint-Suzanne, legato di Clemente VII. Il cardinale soddisfece la richiesta, e concesse "di esporre o di fare esporre l'immagine o rappresentazione del Sudario con gli onori opportuni ed in luogo decoroso nella chiesa di Lirey". Per essere più sicuro, Geoffrey chiese e ottenne una lettera patente di Carlo VI che ribadiva l'autorizzazione del cardinale de Thurey.

Osservazione:
Il documento del cardinale dice molto chiaramente che si tratta di una "rappresentazione", non del sudario vero e proprio.
Nei documenti del XIV secolo, il termina figura è sempre accostato a "repraesentatio" (in latino corrotto: rappresentazione, riproduzione), e ciò prova senza dubbio la volontà di indicare non un originale, ma una copia.
Pierre d'Arcis ordinò (1389) a tutti i sacerdoti e predicatori della diocesi di non parlare mai, né bene né male, del Sudario; ingiunse a de Charny , sotto pena della scomunica, di togliere dalla vista dei fedeli il telo controverso fino a che il papa non si fosse pronunciato.
Inoltre Pierre d'Arcis riunì una Commissione di teologi per giudicare se la pretesa Sindone fosse o no contraria al Vangelo; promosse una indagine sulla reliquia per tentare di capire da dove venisse e di stabilire i reteoscena di tutta la faccenda.

(Stiamo seguendo una traccia del testo di Paolo Cortesi)
(Segue)

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