In Grecia: sull'isola di Milo Jules Dumont d'Urville vede nella capanna di un contadino greco la parte superiore della statua conosciuta come Venere di Milo.
Il contadino racconterà di averla trovata tre settimane prima scavando nei resti di un tempio, e di aver lasciato lì la parte inferiore e le braccia della statua. Tutti questi pezzi vengono inviati al Museo del Louvre, in Francia, dove però si smarriscono nei magazzini.
Rimangono solo il busto senza braccia della Venere.
La “Venere di Milo” è una statua greca tra le più note nel mondo. Riconoscibile e simbolica è priva delle braccia e del basamento originale. La giovane Venere ritornò al mondo solcando le smarrite strade di un’età ormai perduta, vestita di una nobiltà marmorea e spogliata dal profano limite temporale, quale divinità scultorea di una bellezza bianca e immensa.
La “Venere di Milo” (130 – 100 a.C.) è tra le afroditi più suggestive scolpite nelle terre del mondo classico, in quelle calde e brune terre dell'Egeo, da cui fu rapita per incontrare il dispotismo francese e le pallide sale del Louvre, dove è collocata attualmente, in memoria di quella libertà erotica e sessuale.
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