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giovedì 23 aprile 2020

Leggere il mondo. Non è cosa semplice se giudichiamo da ciò che leggiamo sui social

Sciocchezze dietro sciocchezze
e chi meno sa più è bravo.
Perchè ?

Una lunga passeggiata con Popper
Ci è capitato fra le mani un libretto del 2004 su Karl R. Popper. Traendo spunto da vari punti fermi del grande filosofo ci soffermeremo, per qualche tempo, su dei concetti chiave per capire la realtà che viviamo.

Il lungo percorso dell'uomo
Tutto ciò che noi esseri umani conosciamo non costituiscono la "verità", bensì un complesso di "ipotesi".
Una persona ragionevole deve sempre nel corso della vita puntare a comprendere il mondo di cui tutti facciamo parte. Se si è convinti di questo presupposto si scoprirà che non basta appassionarsi alle discipline scientifiche per comprendere la realtà ma serve inoltre comprendere la politica, l'arte, la religione e tutti quei bagagli di pensieri che ritengono di avere intravisto la "verità".

Popper nacque a Vienna nel 1902. All'Università  egli si distinse per la costante frequenza dei corsi le cui materie nulla avevano l'una con l'altra alcuna connessione (Fisica e Psicologia) e contemporaneamente faceva l'apprendista in una bottega di falegname. Studiava musica sacra e nel 1924 superò l'esame di abilitazione all'insegnamento nelle scuole elementari, ma volle darsi al ruolo di istitutore del doposcuola.
Nel 1925 si iscrisse all'Istituto di Pedagogia di Vienna. I corsi che egli trovava convincenti entrarono finirono sotto mira delle organizzazioni studentesche cattoliche che vi vedevano una minaccia alla "disciplina scolastica". Nel 1928 conseguì la laurea in psicologia.
Una svolta verso il Popper che oggi conosciamo avviene nel 1930 quando egli abbandona la realtà con l'occhio dello psicologo (interessato alla biologia) ma attua una svolta verso la "metodologia". Analizza -in pratica- la realtà da filosofo e si occupa di logica e di epistemologia. Negli anni sessanta del Novecento egli sarà fra i maggiori teorici dell'evoluzionismo e sarà riconosciuto fra i maggiori ed influenti filosofi del XX secolo.
Negli anni del nazismo emigrò in Nuova Zelanda dove insegnò in quelle università; a fine seconda guerra mondiale insegnò alla London School of Economics di Londra.

E' negli anni sessanta che partecipa alla discussione sulla ricerca scientifica e sulla funzione della scienza nel nostro tempo. Negli anni settanta col "razionalismo critico" diventa un teorico della politica.
Il tutto della sua "opera" è suscettibile di essere letto ed interpretato come modello del vivere dei nostri giorni, a cui dare significato (dal senso della vita alla filosofia delle religioni.
Spirito conduttore di tutti i suoi testi è la "ragione" e l'avversione a tutte le posizioni "relativiste".

Prossimamente ci occuperemo della"Conoscenza" secondo Popper.

Per leggere la Parte I pigiare sotto

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