Fatti e detti vari
Piero Sansonetti, giornalista
Perquisizioni a tappeto al Pio Albergo Trivulzio, a Cesano Boscone e in altri tre centri di assistenza agli anziani della Lombardia. Sono arrivate le auto della Finanza, mandate dai Pm, e
hanno sequestrato tutto. Si cercano gli untori. Chiamiamoli così, per semplicità, visto che il
reato che viene loro contestato è molto simile a quello per il quale, nel Seicento - ce lo racconta Manzoni - furono passati alla ruota della tortura e poi uccisi e poi esposti al ludibrio pubblico diversi chimici, e farmacisti e calzolai che erano stati beccati mentre diffondevano la peste. Il
reato, oggi, si chiama “epidemia colposa”, non si sa bene da quanto tempo esista nel nostro codice
penale e perché nessuno abbia mai pensato a cancellarlo. È un reato che potrebbe essere accostato a quello di jattura. E non escluderei che, adoperando la dottrina Caselli-Ingroia, e associando il
reato di epidemia all’articolo 110 del codice penale, possa nascere il reato di concorso esterno in
epidemia colposa. È molto probabile che succederà. Ormai stiamo diventando un Paese nel quale
non esiste problema, piccolo o gigantesco, che non venga affi dato, per la soluzione, alla magistratura. La quale non si lascia pregare, fa la faccia seria e interviene immediatamente anche dove non
ci capisce niente di niente. Stavolta nemmeno glielo puoi far pesare di non capirci niente, perché
nessuno ci capisce niente. Nessuno sa niente di questo virus. E il reato è quello: non ne sai niente,
quindi hai diffuso il contagio. Poi dietro c’è come sempre un obiettivo politico. Stavolta l’obiettivo,
al momento, è il presidente della Lombardia, Fontana. Vogliono la sua pelle. Poi si muoveranno altri magistrati e troveranno altri obiettivi politici. Anche opposti. Voi vi stupite? Non vi ricordate che
per il terremoto dell’Aquila furono mandati sotto processo fi or di scienziati colpevoli di non averlo previsto? Dagli, dagli, dagli all’untore. Prèndilo, scànnalo. Oh povero Manzoni, inutile scrittore.
Sergio Maione, operatore del turismo
“Per il turismo il 2020 può considerarsi finito. La ripresa è legata alla
speranza che si trovi un vaccino o
una terapia efficace contro il Coronavirus. Fatto sta che, al momento,
gli alberghi sono aperti, ma mancano clienti e incassi. Se il governo non
dovesse prorogare la cassa integrazione, varare un piano straordinario
per il rilancio del settore e ridurre la burocrazia, più della metà delle imprese potrebbe fallire”. .. Chiedere un finanziamento a una banca è una missione impossibile perché anche qui
si sovrappongono decine di normative e si manifesta la tendenza a non
decidere. In queste condizioni o si ha
la fortuna di interloquire direttamente con i vertici dell’istituto oppure, se
si devono seguire i canali ordinari,
anche una pratica apparentemente
semplice si trasforma in un ostacolo
insormontabile”.
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