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| La mitologia greca ci ha lasciato un'eredità infinita di storie, un enorme immaginario collettivo che ha letteralmente plasmato la cultura occidentale. |
Omero, chi fu ? La leggenda sostiene che fu un “trovatore” cieco e che visse nell’ottavo secolo avanti Cristo. Sapeva raccontare storie meravigliose. Allora la stragrande maggioranza della gente non sapeva né scrivere né leggere. Addirittura qualcuno sostiene che nemmeno Omero sapeva leggere e scrivere. La sua attitudine pare fosse di assemblare storie che ascoltava dal popolo e che con la sua fervida fantasia adattava secondo il gusto del suo uditorio, ossia degli aristocratici che lo invitavano nelle loro dimore per appagare il proprio orgoglio. Ciascun signore (principe), invitandolo, voleva allestito il proprio albero genealogico che lo collegasse fino ad un dio. Sostanzialmente la sua funzione era di lusingare i principi del tempo con le sue storie, adattate di volta in volta, in relazione al committente.
Nonostante le sue opere (dall’Iliade all’Odissea) non siano ritratto attendibile, stante i tanti abbellimenti e le tante trasfigurazioni, esse hanno dal punto di vista documentario grande valore e ci consentono di immaginarci il quadro del suo mondo e del suo tempo.
Secondo i suoi testi, il mondo degli achei era costituito da uomini atletici e donne bellissime. Era quello, peraltro, il tempo dello schiavismo. Questo assetto di subordinazione schiavistica riguardava sopratutto le donne. Ulisse, stando alla narrazione omerica, somiglia più ad un imbroglione che ad un capo di comunità. Se ci soffermiamo al trattamento che Achille fa del corpo di Ettore viene fuori che quella era una realtà barbarica.
La struttura familiare era patriarcale, ma la donna aveva un ruolo più rilevante di quando, secoli dopo, sapremo sulle famiglie romane.

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