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| L’Italia si conferma un Paese esportatore. Non solo di beni e servizi, ma anche di capitale umano. A ricordarlo e’ l’Istat. Sì, i giovani laureati italiani emigrano con frequenza, un fenomeno noto come " principalmente a causa di retribuzioni basse, contratti di lavoro precari e prospettive di carriera limitate in Italia, mentre trovano migliori opportunità all'estero. Sebbene le migliori opportunità lavorative siano il motivo principale, fattori come la qualità della vita e opportunità di formazione giocano anch'essi un ruolo significo. |
Su un articolo giornalistico di Ferruccio de Bartoli capita leggere che ogni giorno 428 giovani, soprattutto diplomati e laureati, lasciano l’Italia per trovare opportunità di studio e lavoro all’estero. La cifra 428 e’ la media relativa a quanto è capitato nel 2024.
La spiegazione ? I giovani migranti italiani coltivano aspettative di crescita - personale e familiare - che nel loro Paese ritengono di non avere. Ed è questo il punto che dovrebbe aprite un dibattito nazionale. E però i nostri politici si dedicano ad altri impegni. In Sicilia ci dedichiamo a seguire le pluriennali imprese in campo politico di personaggi alla Cuffaro.
E’ ovvio che l’talia non è e non può essere il Paese delle nuove generazioni. Ed è ovvio che questa risposta delle nuove generazioni rappresenta la peggiore delle sconfitte nazionali.
Durante un convegno a Bergamo, organizzato dalla fondazione Centesimus Annus, il demografo Alessandro Rosina ha anticipato i dati di una ricerca.
Domanda: rispetto all’Italia quante probabilità ha un giovane di realizzare i propri obiettivi?
1) In Germania più che in Italia per il 68,9 per cento degli uomini e il 74,1 delle donne;
2) nel Regno Unito - sempre in confronto con il nostro Paese - rispettivamente per il 63,5 per cento e il 65,9;
3) in Francia per il 52,1 e il 57,2 per cento;
4) in Spagna per il 50,7 per cento dei maschi e il 58,5 delle femmine.
La maggioranza degli intervistati ritiene di avere, in questi quattro Paesi europei, maggiori opportunità di lavoro. Ma non solo: anche un maggiore riconoscimento dei propri diritti civili, grazie anche a una superiore efficienza del sistema di welfare pubblico.
La retribuzione, decisamente superiore, è importante ma non decisiva. Conta di più l’idea di avere attorno a sé una società che punta sui talenti giovani e li agevola, li accoglie, li premia, e non li respinge parlando solo delle attese delle generazioni più anziane.
Sentendosi minoranza, e constatando che altri gruppi sociali hanno un peso politico decisamente più rilevante, molti giovani italiani votano così. Andandosene.

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