Storia italiana in sintesi
1854:
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Novecento:
L'Italia repubblicana
Il referendum del 2 giugno 1946 segna la nascita della Repubblica. La Costituzione repubblicana promulgata nel 1948 è il primo statuto che l'Italia unita elabora con metodo democratico. Il sistema politico repubblicano è caratterizzato da una successione di governi di breve durata, ma da una forte staticità del quadro politico, dovuta ai condizionamenti imposti dalla collocazione internazionale del nostro paese e alla relativa immobilità dei comportamenti elettorali, legata anche alla solidità del radicamento sociale dei maggiori partiti di massa. In campo sociale ed economico è la fase di più profonda e rapida trasformazione in tutta la storia nazionale. Nell'arco di circa quattro decenni il primato nell'occupazione passa dall'agricoltura all'industria e poi dall'industria al terziario. L'obbligo scolastico viene ampiamente attuato, e si impone una cultura di massa relativamente omogenea in una società fino ad allora fortemente differenziata culturalmente per ceti e per regioni. Ciò favorisce anche lo sviluppo di moderne forme di consumo. Fino alla fine degli anni Sessanta l'emigrazione dalle regioni meridionali e nordorientali si rivolge ai mercati stranieri e redistribuisce la popolazione all'interno del paese. Negli anni ottanta si assiste per la prima volta ad un afflusso di immigrati dall'estero.
Linguaggio
-Parole da seconda repubblica-
==Il linguaggio politico dei nostri giorni è quello dei “vaffa”, dei “gufi”, del “prima gli italiani” e del “…”. E' spaziale la distanza dai giri di parole, a volte eterei, della Prima Repubblica.
==Allora, nella Prima Repubblica, i discorsi <in Parlamento erano solenni, anche nei momenti più bui della storia repubblicana, anche quando si alimentavano sempre più le ostilità tra partiti. Mai il linguaggio perdeva quell’istituzionalità caratteristica di chi si impegnava in politica.
== Il linguaggio dei nostri giorni, quello dei politici, è meno barocco, più semplice, ma anche povero di significato e fatto esclusivamente di forma e mai di contenuto. Un linguaggio basso e opportunista teso a “parlare alla pancia” dei cittadini, col mero fine di estorcere un voto (o quantomeno un like).
==Al linguaggio formale, dotto e arzigogolato dei politici di un tempo si è sostituito il “linguaggio del popolo (così ritengono alcuni). Un linguaggio accessibile, comprensibile che proprio per questo forse è più convincente.
ubrica curata da Vincenzo
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