Questioni interne alla Fede
Estrapolate da un libro-colloquio fra l'allora (a. 2000)
card. Ratzinger e il giornalista e scrittore
Peter Seewald
Domanda:
Risposta del Card. Ratzinger
Si, direi che è così, Dapprincipio percepiamo semplicemente dei fatti. Questo vale anche per la storia, in cui in sostanza tutto potrebbe essere andato diversamente. Ma dei meri fatti nessuno può accontentarsi. Già per il solo fatto che noi stessi dapprincipio siamo un mero fatto e tuttavia sappiamo anche che possiamo e dobbiamo essere ben più che esistenze nate dalla casualità.
Per questa ragione è essenziale guardare oltre la pura fattualità e riconoscere che l'uomo non è stato catapultato nel mondo per un semplice gioco evolutivo. Oltre la fattualità scopriamo che ogni uomo è voluto da Dio. Ogni uomo è un pensiero di Dio. Tutto ciò che inizialmente si erge nella sua fattualità è governata da un piano e da un'idea -ed è questo che rende significativa anche la ricerca di una mia idea personale e la coesistenza con il tutto e con il cammino della storia.
Domanda:
Ogni uomo è un pensiero di Dio? Che cosa significa?
Risposta del Card. Ratzinger
Si, questa è una fondamentale convinzione cristiana. Se le Sacre Scritture rappresentano per metafore la creazione dell'uomo -con Dio nel ruolo del vasaio che plasma l'uomo e gli infonde lo spirito- questo pensiero è l'archetipo valido per ogni singolo individuo. Nei Salmi l'uomo dice di se stesso: Tu mi hai dato forma con l'argilla. Tu mi hai infuso il respiro. Qui viene rappresentata l'immediatezza del rapporto che ogni uomo ha con Dio. E ad ognuno è quindi attribuita una funzione significativa nella grande architettura della storia del mondo. Ognuno ha il posto che gli è stato dato e che gli permette di dare un contributo insostituibile alla totalità della storia.
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*teologo svizzero
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