Tesori ritrovati
1968-2008
Storia e Cultura Artistica
nell'Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro
e nel suo territorio dal XII al XIX secolo
a cura di Mariny Guttilla
III. La Mostra
Per tale ragione, di tali tesori ritrovati appariva insufficiente la sola, seppure significativa, ricostruzione storica quanto diventava necessaria, -e per taluni aspetti determinante- la ricostituzione visiva. Perchè i frammenti della storia e della memoria, dell'arte e della spiritualità monastica si potessero alfine ricomporre, risarcendo idealmente le trame interrotte del tessuto culturale in cui un tempo erano inseriti.
Intesa nel significato reale di "ritrovamento", l'idea di base è stata quella, come si diceva, di riunificare tali testimonianze dello splendore dell'abbazia - dipinti, sculture, pergamene, arredi liturgici, bassorilievi, intagli lignei, maioliche, testi a stampa - collegate dalla comune appartenenza alla storia e alla vita culturale benedettina, nel primo tentativo di ricomposizione ed insieme di esposizione del patrimonio abbaziale, messo a confronto con altre opere nell'ambito della produzione artistica del territorio. Sul fronte dell'arte è apparso opportuno, infatti, istituire collegamenti tra i valori impliciti delle opere e dei materiali oggi in frammenti con altri manufatti della cultura artistica del territorio in un sistema di rimandi, che aiuti i contemporanei a chiarire l'intreccio delle connessioni fra i luoghi e la storia. In altri termini, l'intenzione alla base del progetto scientifico, oltre alle ragioni fondanti della "riunificazione" visiva, è stata quella di collegare i processi messi in moto ed elaborati all'atto della produzione artistica sia al contesto storico e geografico, sia agli orientamenti culturali e al gusto estetico dei committenti: semplici religiosi, abati o notabili influenti, ai fini di una maggiore comprensione proprio delle opere stesse e di un'area culturale di cui divenivano espressione -un ambito geografico, peraltro, considerato "periferico" rispetto al "centro" delle città capitali - in una visione più articolata dei rapporti che interagiscono fra opere d'arte e contesto storico, e tra centri di produzione dell'arte e luoghi del sapere e della storia.
L'ordinamento espositivo risponde -a mio avviso - al raggiungimento degli obiettivi previsti. Un percorso unitario -introdotto da un pannello didattico sulla collocazione geografica, ambientale e paesagistica del sito -è affiancato da tavole con regesti cronologici della storia della Sicilia e della genesi costruttiva dell'abbazia e accompagnato da tre video che descrivono gli ambienti architettonici del monastero, lo stato attuale della chiesa con i fregi ornamentali superstiti accanto alla originaria disposizione delle cappelle e degli arredi decorativi, altari, balaustre, cornici e ornati in stucco, maioliche, elementi lignei e lapidei, individuati nella loro primitivsa collocazione grazie ad antiche riproduzioni fotografiche.
Chi è interessato può leggere il precedente testo, pigiando, su
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