Nostri giorni
La grande conquista della società umana è stata
proprio il passaggio dalla vendetta alla giustizia.
La vendetta è personale e arbitraria, la giustizia si
avvale di leggi uguali per tutti, dà la possibilità al
colpevole di difendersi e la decisione della pena
è affidata a volontà estranee. Con la giustizia si
prendono le distanze dalla tradizione belluina
del risarcimento fisico immediato e feroce.
Anche il femminicidio sembra rispondere a questa
antica legge vendicativa: Tu vuoi andartene, vuoi
affermare la tua volontà contro la mia? Non riconosci
la mia autorità, il mio possesso? Allora io mi vendico
e ti uccido. Ma cosa ha provocato questa infausta voglia
di tornare a sentimenti e azioni antistorici?
La risposta più credibile si riassumerebbe in una
sola parola: paura. La paura crea fantasmi, deforma
la realtà, spinge a chiudersi alzando muri, coltivando
odio e vendetta. Paura di che? Paradossalmente si
direbbe proprio di ciò che gli esseri umani stanno
creando: la diffusione di una tecnologia sempre più
autonoma (l’intelligenza artificiale) che cambia i
rapporti di lavoro e la struttura della famiglia, crea
modi di comunicazione democratici ma privi di regole
e basati sull’arbitrio. E poi c’è la paura dei cambiamenti
climatici, che per quanto negata, si fa sentire. E infine,
la più sentita direi, è la grande paura di perdere
l’identità religiosa e sociale di fronte ai grandi
movimenti di massa.

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