La cultura attore politico attivo
e di trasformazione sociale
In Italia la scolarizzazione comparve nel medio evo su iniziativa della Chiesa. Sorsero comunque qua e là nel XII secolo pure scuole laiche. Fu però nel Cinquecento che comparvero, non ovunque, le prime scuole pubbliche comunali e nel Settecento le prime scuole pubbliche statali. Statali sta per i diversi regni, ducati etc. di quel secolo.
Nell’Ottocento un sistema di impronta napoleonica si afferma nei vari Stati italiani. Quando l’unità d’Italia e’ raggiunta si scopre che in più parti della penisola la scuola aveva caratteri classista, ossia fondata sul pregiudizio contro le classi inferiori che spingeva le famiglie povere a non mandare i figli a scuola.
Nel primo Novecento venne introdotta anche nel Meridione una riforma (legge Coppino del 1877) che ufficialmente stabiliva l’obbligatorietà della scuola elementare (per tre anni e innalzata in seguito a cinque). Altra legge del 1904 fisso’ l’obbligatorietà di frequenza fino al dodicesimo anno di età.
Con la Costituzione repubblicana del 1948 l’istruzione pubblica, gratuita e obbligatoria per almeno otto anni, venne sancita fino a sedici anni.
Durante il periodo coloniale l’educazione nei paesi afro-asiatici si limitava a quella impartita dalle organizzazioni missionarie. Dagli anni sessanta del Novecento pure in questi paesi si svilupparono i sistemi educativi pubblici che, al pari di quanto decenni prima, dall’Ottocento, era accaduto in Europa crearono quella che ai nostri giorni identifichiamo come identità culturale di ciascun Paese.
(Segue)

Nessun commento:
Posta un commento