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venerdì 6 giugno 2025

Referendum abrogativo dell’8 - 9 giugno (5)

Domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 dalle ore 7 alle 15 i seggi rimarranno aperti.

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Votando la scheda gialla (per la cittadinanza)

 L’8 giugno (dalle 7 alle 23) e lunedì 9 giugno (dalle 7 alle 15) siamo chiamati al voto su 5 referendum abrogativi. Quattro attengono il mondo del lavoro (licenziamenti nelle grandi e nelle piccole aziende, contratti a termine, appalti) mentre il quesito numero 5 riguarda la cittadinanza italiana per immigrati  extra-comunitari maggiorenni. Si chiede di abrogare alcuni articoli di legge attinenti il tempo di permanenza in Italia per ottenere la cittadinanza, che oggi è fissata in dieci anni.

 Se vince il Sì e il referendum raggiunge il quorum: la richiesta potrà essere avanzata dopo 5 anni. 


 Se vince il no o il referendum non raggiunge il quorum: la richiesta, come è oggi, continuerà a poter essere fatta solo dopo 10 anni.

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Resta immutata -indipendentemente dall’esito referendario- la competenza del Presidente della Repubblica,  sentito il Consiglio di Stato, su proposta del ministro dell’Interno, di riconoscere l’avvenuta perfezione della procedura concessoria. La concessione della cittadinanza resta, insomma, un atto discrezionale di «alta amministrazione».

Restano immutati, con il sì o con il no, tutti gli altri requisiti: la residenza deve essere legale e continuativa, bisogna dimostrare di avere una conoscenza della lingua italiana almeno di livello B1, avere un reddito minimo e non comportare pericoli per la sicurezza della Repubblica (quindi niente  condanne per reati gravi).

All'estero
 cosa avviene?

Il termine attuale  vigente in Italia dei dieci anni è tra i più lunghi in Europa. Cinque sono gli anni che servono, ad esempio, in Francia, Germania, Portogallo, Paesi Bassi e Svezia. Dieci in Spagna.

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