Riflessione sul referendum cittadinanza
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| Noi italiani non concediamo la cittadinanza a chi lavora fra noi. Gli italiani che lavorano all’estero -e sono tantissimi- ottengono la cittadinanza del luogo in tempi relativamente più brevi. |
Il quesito chiedeva di abolire la norma che concede la cittadinanza italiana agli stranieri solo dopo 10 anni di permanenza in Italia, e si proponeva di portarlo a 5 anni. I sì - con tutte le sezioni scrutinate - restano al 65,49% mentre negli altri quattro referendum, quelli riguardanti le leggi sul lavoro, i favorevoli oscillano tra l'87 e l'89%. Uno scarto di venti punti che vuole inevitabilmente trasmettere un segnale politico.
Si prevedeva che questo referendum avrebbe potuto approssimarsi al quorum catalizzando una larga parte di elettori favorevoli. Ed invece è accaduto il contrario: una consistente parte di chi si è recato al seggio lo ha fatto per esprimere contrarietà alla concessione della cittadinanza italiana agli immigrati.
Che lettura dare, se non che: Gli italiani che sono migrati in ogni parte del pianeta e che in ogni angolo del pianeta hanno parenti, amici e conoscenti, non vogliono, o comunque non apprezzano in casa loro persone che possano godere degli stessi loro diritti, sebbene frequentemente (va detto) li sfruttino e li “usino” in servizi che loro non intendono più assolvere.
Chi scrive ha avuto nonni, genitore e tanti zii e cugini e pure figli che hanno vissuto e lavorano all’estero, circostanza questa che in Italia, in Sicilia, in Contessa Entellina e’ più che diffusa in tutte le famiglie. Non si capacita quindi a comprendere come concittadini e connazionali possano rifiutare di riconoscere parità di condizioni di cittadinanza a chi viene fra noi e lavora fra noi pensando e avendo presente che nell’ultimo quarantennio milioni di italiani, di siciliani e più migliaia di contessioti sono emigrati altrove e hanno conseguito o comunque aspirano proprio di conseguire -sulla base legislativa del luogo- quella cittadinanza che noi non intendiamo riconoscere a chi viene fra noi. Col voto di domenica noi italiani esigiamo condizioni superiori a quanti ne vigono in altri Paesi.
Teniamo presente che in Italia dal 1865 al 1992 bastavano cinque anni per conseguire la cittadinanza.

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