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giovedì 12 giugno 2025

Commenti e riflessioni sui quesiti referendari

Quadro 
Hanno votano solo 14 milioni di
elettori; il quinto quesito sui
nuovi italiani ha ottenuto
la percentuale più bassa di
favorevoli (65%). Percentuale,
questa, sostanzialmente
analoga a quella conseguita a 
Contessa E. (65,8%).



Giudizi ripresi sui giornali, nel dopo referendum

 L’insuccesso della consultazione referendaria sicuramente non vuole significare che gli italiani siano in linea generale soddisfatti delle condizioni in cui versa il mercato del lavoro. Al contrario, e’ diffusa la preoccupazione per la produttività che risulta stagnante da decenni, come conseguentemente risultano stagnanti le retribuzioni medie.  Peculiarità del nostro sistema produttivo è che in gran parte e’  carente di capacità  innovativa (ultimo nella UE per questo aspetto) e conseguentemente incapace di attrarre gli investimenti stranieri che portano aziende mediamente meglio strutturate e più capaci di valorizzare il lavoro dei loro dipendenti rispetto a quelle indigene. 

 Preoccupante è inoltre l’incapacità dell’Italia di trattenere i propri talenti migliori e di attirarne dagli altri Paesi; il sistema di formazione professionale è privo di un monitoraggio capillare che misuri permanentemente l’efficacia di ciascuna struttura finanziata con il denaro pubblico (previsto dal Jobs Act – d.lgs. n. 150/2015, articoli 13-16 – ma oggetto della sorda opposizione degli apparati e mai attuato). L’arretratezza del nostro sistema dei servizi al mercato del lavoro contribuisce a rendere difettoso l’incontro fra domanda e offerta di manodopera.

Nessuno dei quesiti referendari era capace di far balenare nell’immaginario dell’elettorato un colpo di reni del Paese per scrollarsi di dosso le tare ereditate da decenni di politiche del lavoro assenti o patologicamente «passive».

Realtà che grava e’ inoltre, e non poco, che i nostri giovani più brillanti che, conseguono il diploma o la laurea, se ne vanno a lavorare all’estero e non sono per nulla interessati se l’articolo 18 sia o meno vigente e cosa esso tuteli.

Ciò che attrae i giovani, ovunque, è un mercato del lavoro aperto, trasparente, e un tessuto produttivo dove trovare facilmente l’azienda o comunque il posto di lavoro che sia suscettibile di valorizzare al meglio il loro lavoro, il loro talento. E sopratutto una realtà dove la ricerca del posto di lavoro non dipenda dalla raccomandazione o dai canali della politica.


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