I giornali: il prezzo da pagare per ottenere la verità sulle mafie
Maria Falcone: Amarezza, ma quella legge l’ha voluta Giovanni.
L’analisi di Roberto Saviano sul Corriere della Sera: Nessuno saprà mai se Brusca si sia mai pentito moralmente di ciò che ha fatto, poiché non si può entrare nell’animo di una persona. Dai comportamenti, si evince che chi nasce «uomo d’onore» muore tale. Brusca è diventato collaboratore di giustizia per paura di morire. Dopo il pentimento di Balduccio Di Maggio, lui divenne capo del mandamento di San Giuseppe Jato ma la scelta stragista del gruppo non avrebbe permesso a Brusca di sopravvivere agli occhi di Riina che lo considerava «debole», sarebbe stato sicuramente meglio pensarlo sotto terra. Brusca il carcere d’onore, ossia disciplinato e in silenzio, non lo avrebbe fatto. Sapendolo ha scelto la collaborazione (non è stato l’unico motivo ovviamente) ed è stato gestito dai pm sapientemente in questi anni per ottenere elementi di conoscenza altrimenti irraggiungibili. La sua libertà è dolorosa ma mostra anche che è il prezzo da pagare per ottenere la verità e se consideriamo questa prospettiva, la libertà di Brusca è la prova che le mafie non sono imbattibili e che la strade è ancora lunga, lunghissima.

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