Chiude l’anno scolastico
Oltre all’esame di maturità, con commissari esterni, c’era, per i maschi un altro rito di iniziazione che era rappresentato dallo svolgimento del servizio militare. Questo rito, di fatto, segnava il congedo dei giovani dalla protezione e dalle cure dei genitori e l’ingresso nella dimensione (non protetta) degli adulti.
Perché ci ricordiamo di quei passaggi di vita? Ci e’ capitato di leggere una paginetta di uno psicologo secondo cui l’avvenuta abolizione degli esami e del servizio militare avrebbero prolungato a tempo indeterminato, con grave disagio di chi si trova a fare l’adolescente senza più esserlo, la carenza di responsabilità.
Gli esami di maturità si svolgevano dinanzi ad una Commissione esterna composta da professori sconosciuti a cui lo studente dimostrava il suo sapere e la capacità di comunicarlo, la solidità psicologica ed emotiva. Dimostrava, in una parola, il governo di se’.
La vita adulta, di fatto, non risparmia a nessuno quelle che saranno le prove di oggettività ed i giovani vi imbatteranno ai primi colloqui di lavoro a cui prima o dopo dovranno presentarsi, a meno che non dispongano della raccomandazione dello zio pezzo grosso. E’ certo che “Maturità” non vuol dire saggezza, ponderazione, ne’ invecchiamento precoce, ma deve significare capacità di superare le prove della vita, capacità di riuscire a reggere alle “sconfitte” della vita che quasi inevitabilmente potranno capitare.

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