OCSE - PISA (e’ l’acronimo di «Programme for International Student Assessment») è un programma promosso dall'OCSE che verifica a cadenza triennale le competenze dei giovani in
lettura,
matematica
scienze naturali
per poi effettuare un confronto internazionale.
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Per quanto riguarda la «literacy», cioè la capacità di comprendere un testo di economia, un adulto su tre (il 35%) in Italia ha ottenuto un punteggio inferiore al livello 1 - la media Ocse è del 26 per cento - il che significa che «è in grado di comprendere solamente testi brevi ed elenchi organizzati, e può individuare informazioni specifiche e identificare collegamenti rilevanti all'interno di un testo» (livello 1) o che «è in grado di comprendere, al massimo, frasi brevi e semplici» (sotto il livello 1).
Se invece consideriamo gli adulti che hanno le competenze adeguate (livello 4 o 5 della scala Ocse), in Italia sono solo il 5 per cento contro una media internazionale del 12 per cento.
Il ritardo del Paese: colpa della scuola o della famiglia?
Gli studenti italiani migliorano, ma restano comunque sotto la media Ocse e sono fra gli ultimi in Europa: peggio di noi fanno solo i bulgari. Il nostro punteggio (484 punti) è in linea con quello della Spagna, ma dietro al Portogallo e molto lontano da polacchi austriaci cechi olandesi danesi e belgi, tutti largamente sopra i 500 punti.
Al rapporto Ocse Pisa sulle competenze di base in italiano, matematica e scienze partecipano più di 80 Paesi.
Gli studenti italiani sono significativamente indietro sulle questioni di soldi rispetto a tanti loro coetanei.
A scuola, soprattutto nei licei, di economia si parla poco o nulla. Ma la differenza maggiore rispetto ad altri Paesi la fanno soprattuto gli atteggiamenti delle famiglie che altrove sono molto più responsabilizzanti: nei Paesi Ocse quasi due ragazzi su tre (il 63%) hanno un loro conto in banca o postale, in Italia solo il 37%. Idem per le carte prepagate: 29% dei quindicenni italiani contro il 62% dei loro coetanei di altri Paesi.
Il problema: da noi non è che abbiamo più studenti scarsi degli altri (circa il 18%, in linea con la media Ocse) ma scarseggiano quelli bravi: solo il 5% degli alunni italiani raggiunge il livello massimo di competenza finanziaria contro una media Ocse dell'11%.
Eppure di figure che conoscano l’Economia ne servono, e tanti. Figurarsi che assistere a certe sedute consiliari (dalla Val d’Aosta a Pantelleria, passando dalle nostre parti) dove si dovrebbe discutere di “bilanci finanziari” viene lo sconforto, sia che ci si riferisca a ciò che arriva o non arriva dai banchi di maggioranza o minoranza. Ne discende che vengono approvati ad “occhi chiusi” come di regola e’ quasi sempre avvenuti nei territori a noi prossimi.
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