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| Siamo indubbiamente creature finite e, fra l’altro, viviamo in un mondo materiale finito; però avvertiamo anche la capacità di prendere le distanze o distaccarci dai condizionamenti della finitezza. La somiglianza con Dio non è fisica, ma si riferisce alla dimensione spirituale dell'essere umano, alla sua capacità di pensare, amare, creare e interagire con il mondo e con gli altri. |
Cosa rappresenta l'uomo nella Bibbia?
Nella Bibbia, l'uomo è descritto come un essere creato a immagine e somiglianza di Dio, con una natura complessa che include sia la capacità di compiere il bene che la tendenza al male. È concepito come dipendente da un ordine morale superiore e chiamato a una relazione con Dio.
La Bibbia offre diverse prospettive sull'uomo, sia come individuo che come parte dell'umanità, sottolineando la sua fragilità, mortalità e il suo rapporto con la trascendenza.
Nella Bibbia manca totalmente l'idea greca dell'uomo come anima imprigionata da un corpo, che troverebbe la sua identità migliore sfuggendone. La corporeità umana è buona, dono di Dio.
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Una riflessione di Piero Coda
Teologo, dal 29.09.2021 segretario generale
della Commissione teologica internazionale
Sull’esistenza di Dio. Secondo la definizione della persona come immagine e somiglianza di Dio, l’essere e l’esistere dell’uomo e della donna consistono nella relazione con Dio. Anche il rapporto che ciascuno ha con se stesso, col mondo, con l’intero creato e’ attraversato dalla relazione con Dio.
Ma occorre comprendere queste affermazioni nel modo giusto, per non interpretarle come una critica senza appello rivolta agli uomini e alle donne del nostro tempo che, con sincerità e spesso con sofferenza, non riescono a credere in Dio. Il Concilio Vaticano II ha più volte sottolineato che l’uomo il quale nella propria coscienza, attraverso l’esercizio della libertà, si indirizza al bene e al vero senza giungere al riconoscimento dell’esistenza e della presenza di Dio nella storia, e’ comunque in rapporto con Dio e ne riceve il dono della grazia e della comunione con lui.
Anche se la relazione con Dio -per una serie di cause culturali, psicologiche, sociali, morali- non viene riconosciuta e affermata esplicitamente, Dio e’ sempre presente all’uomo, poiché quello che in ultima analisi caratterizza la persona e’ la sua disponibilità e volontà ad aprirsi alla verità e all’amore, che in definitiva sono irradiazioni dell’esistenza stessa di Dio.

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