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lunedì 30 giugno 2025
Educazione civica e politica
Cosa attende i comuni a forte calo demografico? (4)
Cosa resterà di Contessa Entellina e dell’area territorialità su cui insiste l’abitato con la sua campagna? in un mondo e in una economia che cambia pelle a ritmi accelerati? Quali saperi che siano l’arbereshe o la tradizione cattolico-binzantina conserveremo come patrimonio vivo e quali lasceremo andare senza rimpianti? Chi guiderà i territori dell’interno siciliano e specificatamente quello contessioto nella nuova grammatica della complessità, mentre l’intelligenza artificiale e la gestione evoluta della conoscenza dischiudono scenari di crescita un tempo impensabili? Siamo pronti, disponiamo degli elementi identitari e delle strutture relazionali verso i nuovi scenari che via via si vanno disegnando ?
Sappiamo leggere, nella biodiversità imprenditoriale – fatta di micro e piccole imprese, di filiere corte e lunghe, produzioni agricole, manifatturiere, in qualche modo turistiche e culturali–? la sappiamo leggere sulla piattaforma aperta al domani? Siamo capaci di valorizzare il territorio, le sue vocazioni produttive e ambientali, integrandolo in uno sviluppo sostenibile e coordinato negli aggregati di livello superiore? O resteremo ancorati a modelli frammentati e autoreferenziali puntando al favoricchio dell’onorevole di turno ?
L’agricoltura saprà evolvere in un ecosistema di qualità, unendo tradizione, tecnologie predittive e tracciabilità digitale? Contribuiremo a costruire consorzi e distretti capaci di trasformare le eccellenze agroalimentari in patrimoni culturali? Il comparto food e il turismo (agriturismo) sapranno connettersi in reticoli intelligenti e collaborativi, offrendo esperienze autentiche che intrecciano cultura materiale, saperi del gusto e bellezza dei luoghi? Vedremo nascere un turismo rigenerativo, in grado di valorizzare anche le filiere più marginali e posizionare il territorio come esempio territoriale di sostenibilità? La manifattura e l’artigianato sapranno unirsi senza perdere l’anima del lavoro umano? Chi guiderà queste reti? Le imprese e aziende individuali stesse accetteranno modelli cooperativi più operativi nel contesto sociale? Saremo in grado di costruire aggregati territoriali agili, capaci di fare dell’interdipendenza una risorsa? E, in un mondo che si riscrive (che cambia) ogni giorno, quanto conterà ancora possedere la visione?
E poi, eccoci nel 2050. Ma da dove venivamo? La nostra e’ divenuta una terra che dubita di sé. Siamo ancora in cerca di direzione. Viviamo una Contessa Entellina sospesa tra genio (purtroppo, scarso) e marginalità. È però non ci resta che muoverci su trame produttive capaci di cooperare, innovare e valorizzare le identità. Non più l’economie marginali e di sostentamento ma filiere di eccellenza su piattaforme collaborative che dialoghino con il mondo. L’agricoltura deve essere spinta a divenire un asset strategico. Food e agri-turismo operano come ecosistemi esperienziali che devono attrarre visitatori e pure investimenti (e però emarginiamo, senza motivazioni, Vivere Slow).
Manifattura e artigianato (penso a chi fu Nicetta Cusumano) devono inserirsi nel circuito della creatività, restando autentici e radicati su ciò che resta della tradizione locale. Il territorio deve provare a trattenere giovani menti, attratti da opportunità concrete.
Dobbiamo tenere presente che il vero cambiamento locale deve essere di tipo culturale: capitale prezioso è, deve essere, il tempo restituito, da noi dato alla comunità. Tutto dipenderà dalla qualità delle relazioni che sapremo intavolare, e dalla profondità dell’orizzonte che riusciamo a far intravedere.
Ricordiamoci ancora che noi che viviamo i giorni di questo 2025 dobbiamo avere come meta di ciò che intendiamo perseguire il 2050, che sta lì ad osservarci. Sta lì, ovviamente, per i più giovani fra noi.
Lavorando assieme dobbiamo 1) ricordarci di fare di tutto per rimanere umani, 2) di provare ad imparare l’uno dall’altro, a rendere le nostre differenze, quelle in cui crediamo, vive e potenti motore di avvenire.
Un Personaggio,
La Mafia siciliana
Di mafie al mondo ce ne sono
molte, ma è quella siciliana la
mafia storica e la madre di
tutte le altre. Per secoli lo
sviluppo della mafia ha
alimentato la
“Sicilia politica” e
l’esperienza dei suoi
ceti dominanti; dopo
l’unificazione nazionale
essa è diventata parte delle
vicende del potere in Italia;
dall’età dei padrini a quella dei
boss, ha via via assunto rilievo
internazionale intrecciandosi con
le sorti del peggiore affarismo;
infine, si è addirittura innervata
nelle più segrete e inquietanti
operazioni “strategiche”
dell’Occidente durante la
guerra fredda.
domenica 29 giugno 2025
La domenica serve anche per riflettere
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| Siamo indubbiamente creature finite e, fra l’altro, viviamo in un mondo materiale finito; però avvertiamo anche la capacità di prendere le distanze o distaccarci dai condizionamenti della finitezza. La somiglianza con Dio non è fisica, ma si riferisce alla dimensione spirituale dell'essere umano, alla sua capacità di pensare, amare, creare e interagire con il mondo e con gli altri. |
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Cosa attende i comuni a forte calo demografico? (3)
Le sfide per Contessa Entellina:
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| I dati ISTAT sui residenti a Contessa E. sono, sarebbero allarmanti, mah !…. pare che non allertino proprio nessuno. |
1) l’inverno demografico,
2) la fuga dei giovani,
3) le abitazioni post terremoto ricostruite e in gran parte disabitate.
* * *
A quanto ci risulta, mai una riflessione pubblica, una iniziativa qualunque dei responsabili pubblici della nostra comunità si è levata per riflettere ed immaginare, assieme alla gente un …. sia pure improbabile o comunque difficile rimedio. In questa dimostrazione di indifferenza, cogliamo subito che le attuali giovani generazioni di amministratori non hanno avuto possibilità di conoscere le quasi settimanali assemblee cittadine che intratteneva Francesco Di Martino, sindaco.
Le faceva:
1) per informare, ma anche per capire, per stimolare l’opinione pubblica a segnalare i punti e le situazioni di eventuale degrado territoriali, per poi conseguentemente approntare i rimediare.
2) per segnalare ai livelli istituzionali superiori le carenze spettanti a provincia, regione, Stato e organismi pubblici vari, dove comunque poi si recava personalmente per esigere i necessari interventi.
3) per rafforzare col consenso popolare i necessari interventi sociali e/o comunque economico/politici e per poi coinvolgere i suoi compagni deputati del partito dell’Ars o del Parlamento Nazionale,
4) per stimolare gli organi regionali e statali ad approntare e varare interventi intesi ad allentare il grave flusso migratorio. Questo tipo di interventi sarebbe oggi più che mai urgente. Contessa E. sta riducendosi a semplice centro di residenza di anziani ultrasessantenni. Ma abbiamo notizie che tanti anziani preferiscono, pure essi, fissare la loro dimora in centri più ricchi di vitalità.
Ai nostri giorni a Contessa Entellina è anziano chi frequenta l’ambulatorio medico, lo e’ l’agricoltore che raggiunge il proprio fondo agricolo con l’automobile ed è anziano il pensionato che vorrebbe scambiare quattro chiacchiere al bar. Eppure nella nostra area, nel nostro borgo disabitato, e’ più che palese ed ovvio che servono investimenti occupazionali per sistemare le infrastrutture civili pubbliche che lasciano molto a desiderare (che si tratti di viabilità esterna e in alcuni casi viabilità interna, reti idriche, etc.). Gli investimenti pubblici creano occupazione e persino vitalità per le strade deserte del paese e frequentemente inducono e convogliano pure investimenti privati e potrebbero frenare la fuga dei giovani.
Da noi, a Contessa Entellina nascono sempre meno bambini, sempre più giovani che siano studenti o lavoratori emigrano, e non sono pochi gli anziani con residenza a Contessa che frequentemente fissano/trasferiscono la loro abituale abitazione e persino la residenza anagrafica nei paesi/citta’ dove i loro figli lavorano o dove ritengono che ancora sussista il vicinato, il circolo degli anziani, il parente che gestisce una qualche iniziativa o dove e’ vicino l’ospedale per le necessità e/o le emergenze.
In questo quadro da noi sintetizzato, ma su cui ci proponiamo di tornare con dovizia di ulteriori elementi e riflessioni di amici anziani che hanno preferito stabilire abitazione a Sambuca di Sicilia, a Bisacquino, e altri comuni vicini dove ritengono che ci sia più vita e più opportunità di sostegni nei casi di difficoltà o comunque di bisogni i più vari, ci chiediamo se solamente al blog fa effetto negativo quel dato ISTAT di 1400 residenti registrati all’Anagrafe, che di fatto diventano ancora meno con i tanti, che per ragioni di lavoro o scelta, vivono altrove.
Il mondo della globalizzazione
Fino ad alcuni decenni fa prima che iniziasse una guerra fra stati era prassi che un paese prima di iniziare a bombardare dichiarasse, proclamasse all’avversario, che stava per entrare in guerra contro di esso.
Trump, in una certa nottata ha ordinato ai suoi aerei di bombardare un’area sensibile dell’Iran, immaginando di poterlo fare. Come se disponesse della specifica autorità di intervenire in qualsiasi angolo della terra.
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La globalizzazione
All’inizio dell’Ottocento, David Ricardo, un economista, asserì che il commercio internazionale sarebbe stato un potente sistema vantaggioso per tutti i Paesi che vi avrebbero aderito.
Globalizzazione implica intensificazione dei flussi commerciali e finanziari che oltrepassano le frontiere nazionali. L’economia globale si interconnette e diventa in qualche modo interdipendente. Il tutto viene spinto in avanti dal progresso tecnologico (Internet, aviazione intercontinentale, turismo etc.) e interconnette i mercati sovranazionali.
La globalizzazione pero’ non è priva di difficoltà in quanto apre ampie difficoltà in materia di sicurezza, di riorganizzazione del mondo degli affari, e altre questioni pure esse complesse che intaccano la redistribuzione della ricchezza e del potere tra differenti Paesi.
Ai nostri giorni stanno spuntando, in connessione con la globalizzazione (=cio’ che capita in un punto del pianeta e’ suscettibile di conseguenze pure agli antipodi di esso) interazioni tra sistemi economici e ricadute di natura sociale e politiche anche a distanza fra continenti.
Per funzionare, la globalizzazione (=mondializzazione dei commerci) necessita della volontà politica di lasciare che i mercati operino liberamente.
Vedremo di capire più’ con le prossime pagine.
sabato 28 giugno 2025
Bacheca della Camera del Lavoro Cgil
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| Per informazioni e assistenza rivolgersi alla Camera del Lavoro. |
Aumenta il limite di spesa
per quest’anno 2025: dai 300 milioni fissati dalla manovra a 480 milioni.
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Il contributo in favore delle lavoratrici con due o più figli a carico è stato incrementato. Il recente decreto varato dal Consiglio dei ministri riguarda le lavoratrici autonome e dipendenti.
In base alla legge di bilancio, il bonus mamme consisteva in una decontribuzione a favore delle lavoratrici, adesso per alcune categorie il contributo si sostanziera’ in un bonus da 480 euro versato in un’unica soluzione.
Il Consiglio dei Ministri ha incrementato il fondo risorse a favore del provvedimento da 300 milioni di euro ad un totale di 480. «L’intervento è rappresentato da una somma di 40 euro al mese per 12 mesi, a valere sul 2025, da corrispondersi in un’unica soluzione nel mese di dicembre. La somma è totalmente esente dal prelievo previdenziale e contributivo», ha spiegato Marina Calderone, ministra del Lavoro.
Finora per ottenere l’agevolazione la lavoratrice doveva inviare una comunicazione al proprio datore di lavoro, ora la domanda andrà presentata direttamente all’Inps.
I requisiti: a) la soglia di 40 mila euro di Isee come massimo. b) Il beneficio finora è spettato alle lavoratrici, a esclusione dei rapporti di lavoro domestici, fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo. Adesso il bonus da 480 euro andrà invece a vantaggio delle lavoratrici con contratto a tempo determinato o autonome, con più di due figli e fino al mese di compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo a condizione che il reddito non derivi da rapporto di lavoro a tempo indeterminato. c) Chi ha un contratto a tempo indeterminato continuerà a beneficiare dell’esonero dei contributi fino a 3 mila euro annui. Misura che resta in vigore fino alla fine del 2026.
L’emigrazione, per i contessioti (per i meridionali) da sempre e’ stato loro destino
Una fuga di cervelli che svuota il Meridione
A Contessa l’emigrazione dall’unita’ d’Italia ad oggi è l’unica occasione di realizzazione per chi vuole migliorare il proprio stato. In verità non riguarda solo Contessa, e’ l’intero Meridione che non riesce a trasformare l’emigrazione da stato di necessità in libera scelta.
Lo constatiamo noi che viviamo all’interno dell’Isola: i talenti, tutti coloro che si laureano e che conseguono addirittura due o più titoli universitari vanno via dalla Sicilia e addirittura vanno fuori dall’Italia.
Studiano nelle università italiane che, in più casi non hanno nulla meno di quelle francesi, inglesi o tedesche. E però tra salari e retribuzioni basse e mancanza di servizi, i nostri laureati trovano altrove le condizioni migliori per realizzare i loro sogni ed esprimere il loro talento.
L’intero mondo del lavoro, l’assetto e l’impostazione di come funziona e di come potrebbe meglio funzionare pare che agli italiani, ai politici italiani, non li riguardi. Le politiche per le imprese, quelle in generale per il lavoro e quella per la formazione dei quadri portanti del sistema economico non sono mai state apprezzate o valutate dall’opinione pubblica al momento di recarsi alle urne. L’intero assetto del mondo del lavoro non è mai stato integrato nelle sue prospettive nell’interesse degli italiani e la conseguenza è che il mercato si muove da solo e si espande -come fosse normalissimo- il lavoro nero e quello povero.
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venerdì 27 giugno 2025
L’autenticazione nei servizi della Pubblica Amministrazionea
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SPID e CIE sono entrambi strumenti di identità digitale che permettono di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione, ma rappresentano due approcci diversi. SPID, o Sistema Pubblico di Identità Digitale, è un sistema di credenziali unico che può essere rilasciato da diversi identity provider, mentre CIE, o Carta d'Identità Elettronica, è il documento di identità fisico che contiene un chip con dati personali e può essere utilizzato anche per l'accesso online |
Come in tanti sanno questo strumento consente di accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione – dall’INPS all’Agenzia delle Entrate, passando per il fascicolo sanitario elettronico ed altri ancora.
Il Governo pare stia valutando una razionalizzazione dei sistemi di identità digitale: la Cie, Carta d’Identità Elettronica, è già disponibile per tutti i cittadini, ma pare sia anche più sicura e nativamente integrata con i servizi dello Stato.
Come funziona la Cie?
La Cie è un documento emesso direttamente dallo Stato, con tecnologie di sicurezza avanzate:
- chip contactless, -crittografia e -un’app ufficiale per la gestione dell’identità.
Se lo Spid funziona con username e password (più un secondo fattore di autenticazione), la Cie è un oggetto fisico che sfrutta lettori NFC, come quelli presenti sugli smartphone. L’identità digitale tramite Cie è pienamente riconosciuta in tutta Europa e già oggi consente l’accesso a moltissimi servizi pubblici italiani, in alternativa allo Spid. Il Governo ha ribadito in più occasioni che proprio la Cie sarà lo standard futuro, con l’obiettivo di uniformarsi ai modelli europei, come l’eID tedesco o la BankID scandinava.
La Carta d’Identità Elettronica è rilasciata dai Comuni italiani su richiesta e ha un costo variabile (tra i 16 e i 27 euro circa), con una durata di 10 anni. Alla consegna, il cittadino riceverà anche due codici PIN e PUK (simili a quelli delle SIM telefoniche), da conservare gelosamente. Sono essenziali per l’autenticazione online.
Per l’attivazione on-line servono tre elementi:
1. la Cie fisica con i codici PIN e PUK;
2. uno smartphone con tecnologia NFC (quella che consente i pagamenti contactless);
3. l’app ufficiale del Ministero dell’Interno, Cie ID, scaricabile da Google Play o App Store.
Procedura di attivazione:
• installare l’app Cie ID;
• aprire l’app e avvicinare la carta d’identità al retro dello smartphone;
• inserire le prime 4 cifre del codice PIN (le seconde 4 verranno richieste più avanti);
• una volta riconosciuta, l’app chiederà di impostare un codice di sicurezza o usare l’autenticazione biometrica (impronta o volto).
• a questo punto la Cie è abilitata come strumento di accesso ai servizi online.
È anche possibile usare la Cie tramite un lettore smart card NFC collegato al computer, ma la strada più semplice e mobile-friendly rimane lo smartphone.
Per entrare in tutti i principali portali della Pubblica Amministrazione. Qui un esempio pratico con il sito dell’INPS:
1. recarsi sul sito inps.it;
2. cliccare su "Entra in MyINPS";
3. scegliere l’opzione "Entra con Cie";
4. sullo schermo comparirà un codice QR;
5. aprire l’app Cie ID sul telefono, selezionare “Inquadra QR” e puntare la fotocamera verso il codice;
6. avvicinare la Cie al retro del telefono quando richiesto;
7. confermare l’accesso con PIN o biometria.
Il sistema effettuerà l’autenticazione e reindirizzerà automaticamente al servizio richiesto. Il processo è molto simile su altri portali: Agenzia delle Entrate, Fascicolo Sanitario, ANPR, PagoPA, etc. In molti casi, la Cie viene addirittura proposta come metodo preferenziale rispetto allo Spid.
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Attenzione alla carta d’identità cartacea
Il motivo è che la carta di identità cartacea, a differenza di quella elettronica (CIE) non ha una zona di lettura ottica, la MRZ (Machine Readable Zone), un'area del documento (composta da tre righe con caratteri monospaziati) che contiene informazioni sull'identità leggibili dalle macchine.
La normativa europea impone standard di sicurezza adeguati (anche per il rilascio di permessi di soggiorno) e la lettura ottica dei dati, caratteristiche che le nostre vecchie carte di identità cartacee non possono garantire.
Manca dunque poco più di un anno alla dead line e, seppur non sia noto quante carte di identità cartacee siano in circolazione (non esiste un registro centrale che tenga traccia del loro numero esatto), è sotto gli occhi di tutti che il documento di carta è ancora piuttosto diffuso. Secondo una stima di Dday il 3 agosto 2026 saranno ancora in circolazione circa 5 milioni di carte di identità cartacee e quindi l'8% degli italiani saranno coinvolti. Si tratterebbe per lo più di residenti in piccoli comuni che sono stati abilitati ad emettere la CIE in un secondo momento rispetto al 2016, quando è iniziato il servizio.
giovedì 26 giugno 2025
Mondo del Lavoro. Dal sindacato alla busta paga, alle nuove opportunità (8)
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| Il lavoro regolare è quello svolto nel rispetto delle normative, con contratto regolare, versamento di contributi e tasse. |
Lavoro sommerso
Ancora nel terzo millennio sono diffuse, specialmente nel nostro Meridione, quelle forme di lavoro davvero precarie e selvagge non perché formalizzate attraverso contratti a tempo determinato, atipici o intermittenti, ma, molto più semplicemente, perché non regolate e dunque prive di una rete seppure minimale di tutele normative e contributive.
Nelle nostre aree, quelle della Sicilia trascurata, esiste ancora la frammentazione delle tipologie contrattuali e di contro la forma standard di impiego della forza lavoro, quella del lavoro subordinato a tempo indeterminato di cui avrebbe bisogno una società organizzata e moderna, appare -ancora oggi- piuttosto lontana. Non avremmo l’emorragia migratoria se il quadro sociale fosse avanzato.
In passato si sono svolte indagini a cura di Commissioni parlamentari sulle condizioni lavorative nell’Isola ed hanno registrato una miriade di ipotesi di lavoro tutte impermeabili al dato giuridico-formale e lontane dalla logica della solidarietà collettiva e dalle garanzie antinfortunistiche e contributive.
Il contesto è l’assetto delle piccole proprietà agricole, la scarsa volontà di cooperazione nel comparto agricolo medesimo vede circostanze e situazioni sottratte ai controlli pubblici e istituzionali, alle garanzie di legge, alle tutele giurisdizionali e sindacali, e destinate ad emergere dal sommerso soltanto in occasione di eventi patologici.
Quella che giornalisticamente viene definita la mercificazione del lavoro non è altro che la triste condizione che ancora oggi coinvolge strati di popolazione, magari immigrata, che viene sfruttata dai cosiddetti “caporali”, gente abile nell’infiltrarsi tra il datore di lavoro e l’operaio.
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Nota: Questa iniziale pagina si propone di farci scoprire in prosieguo intenti e prospettive di garanzia recate da quello che è stato definito lo Statuto dei Lavoratori.
I grandi ideali ed il pragmatismo di fatto della politica (2)
Qualità della vita o quantità nella vita?
L’interrogativo posto dal titolo di questo breve testo trova giustificazione sul vero senso che, a opinione di tanti, deve o meglio dovrebbe avere il “bene di vivere bene”. L’obiettivo per molti ha dell’utopico, ma per tanti altri, o forse per ogni essere vivente, è, dovrebbe essere, un “diritto sacrosanto”, come ebbe a condividere e a scrivere un grande giornalista, Sergio Zavoli, in occasione della presentazione di uno dei suoi tanti libri sul vivere, sul come vivere, nel terzo millennio.
Ai nostri giorni probabilmente siamo, per chi pone fiducia alla scienza, un po’ oltre i tratti culturali e religiosi dei passati millenni. La Scienza, e quindi l’uomo, lascia intendere di essere in condizione di addirittura “riprogettare” l’uomo.
Dal primo homo sapiens sono passati, più o meno cinquantamila anni, circa duemila generazioni dall’ultimo ominide. L’uomo di oggi è, ed appare, sempre più insoddisfatto. La domanda di sempre è, e resta, quella di sempre: quale è il ruolo dell’uomo? Nell’ordine della creazione, dopo il settimo giorno -in cui Dio si riposa- esiste anche quell’ottavo giorno, il “giorno in cui l’uomo si riunisce tutto all’uomo e però ci accorgiamo che non sarebbe esaudito né sodisfatto, perché quello non sarebbe l’atteso ottavo giorno”.
Eppure il salmo recita che l’uomo ha il dovere di “far nuove tutte le cose”. Cosa che va facendo fra paure e speranze, fra liberazioni e democrazia e richieste di affidarsi a mani forti alla Putin e alla Trump. Col rischio via via sempre più preoccupante, purtroppo, di far saltare l’intero pianeta con le armi che va costruendo.
(Segue)











