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venerdì 2 ottobre 2020

Cose da conoscere. Storie, sinossi, tabelle e curiosità per non essere disorientati (8)

Storia italiana in sintesi

1855:

Bersaglieri in
battaglia
-- Cavour assume il ministero degli esteri nel governo del Regno di Sardegna. In Parlamento inizia la discussione sul progetto di legge per la soppressione delle corporazioni religiose.

--Covour presenta alla Camera l'atto di adesione del governo  sardo al trattato di alleanza franco-inglese del 10 aprile 1854. L'annessa convenzione prevede l'invio in Crimea di un corpo di spedizione militare piemontese di 15.000 uomini e un prestito di 25 milioni dell'Inghilterra al Regno di Sardegna.

--A Torino la Camera approva con 116 voti contro 36 la legge che prevede la soppressione delle corporazioni religiose e l'incameramento dei relativi beni. 

--Muore di colera in Crimea il generale Alessandro La Marmora. Nato a Torino il 27 marzo 1799 aveva fondato il corpo dei bersaglieri, era stato comandante della divisione di Genova e, in Crimea, comandante della seconda divisione. Tra i soldati della spedizione si contano -in giugno- già 3mila casi di colera, di cui 1300 morti.

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 Novecento

1946

Il referendum sulla questione istituzionale

Elettori                        28.005,449

Votanti                        24.946842            (89,1%)

Repubblica                 12.717.923            54,3%

Monarchia                  10.719.284            45,7%

Voti non validi               1.509.735             6,1%

Linguaggio

-Parole da seconda repubblica-

In passato la lingua della politica
suonava troppo compassata
o così settoriale da permettersi
di infrangere le regole della
geometria con le celebri
“convergenze parallele”,
oggi rumoreggia volgare e
 schietta, diretta e approssimativa.
  
Prima si cercava di parlare
 in pubblico meglio di come si
mangiava, oggi ci si vanta di
parlare come si mangia (col
sottinteso che si mangia male).
  
Si è passati da una lingua colta,
 forte ed esclusiva, a una lingua
popolaresca, debole ed inclusiva

=)Giuseppe Antonelli, studioso del linguaggio, definisce icasticamente così il prodotto della politica: "in principio c'era il politichese, fatto di parole latine e oscuri riferimenti colti; oggi c'è il politicoso: un linguaggio che sta alla politica come il petaloso sta ai fiori". Spiega che con l'ausilio della televisione, dei nuovi media e soprattutto di tecniche di marketing, si è scelto di raggiungere un elettorato sempre più distante dalla politica facendo ricorso alla "retorica dell'abbassamento".

=)L'eloquenza dei politici dei nostri giorni, afferma, "può essere definita volgare proprio a partire dall'uso distorto che fa della parola e del concetto di popolo (vulgus)", così, "nel momento stesso in cui si mitizza il popolo sovrano, lo si tratta in realtà come un popolo bue: qualcuno a cui rivolgersi con frasi ed espressioni terra terra, cercando di risvegliarne bisogni e istinti primari". 

=)Si è passati dal periodo in cui i leader cercavano di usare un linguaggio aulico (e un po' criptico, per scambiarsi messaggi fra loro mentre si rivolgevano alle masse) che cercava di impressionare l'auditorio facendo pesare la propria superiorità culturale, ad un approccio che predilige "forme espressive elementari che hanno la funzione di simulare schiettezza, sincerità, onestà". Dal "votami perché parlo meglio (dunque ne so più) di te" si è passati al "votami perché parlo (male) come te".

rubrica curata da Vincenzo

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