Notizie diffuse in data odierna dal
Corriere della Sera
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Reddito di Cittadinanza. Verrà modificato e verrà sottoposto a maggiori verifiche
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Alcuni indicatori per orientarci:
Pare -anzitutto- di capire che ci sarà una "stretta" rispetto alla situazione attuale.
Occupabili e non
=Chi non ha possibilità di inserimento nel mercato del lavoro continuerà a ricevere un sussidio, la Mia (nuova denominazione), il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come nel Reddito. Se esiste una spesa per l'affitto, la Mia verrebbe rimodulata sulla numerosità del nucleo familiare.
=Per chi viene riconosciuto "occupabile", l’assegno base verrà ridotto a 375 euro.
= Per i poveri assoluti la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi (come ora il Reddito), mentre per gli occupabili non più di un anno.
Il decalage (=lo scarto)
Il nuovo sussidio non si potrà più chiedere a ripetizione, come il Reddito, ottenendo ogni volta altri 18 mesi di assistenza.
Le famiglie dove non sussistono "occupabili", dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi e prima di chiedere nuovamente la prestazione dovrà passare almeno un mese.
Il percorso ad esaurimento
Per i nuclei con persone occupabili, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo.
Il tetto Isee
Pare che i requisiti di Isee per ottenere il sussidio Mia subiranno una stretta rispetto a quelli per il Reddito. La Misura di inclusione attiva dovrebbe infatti scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Taglio che potrebbe escludere una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari (un terzo?). Rispetto al Reddito è però prevista una scala di equivalenza, che fa aumentare l’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia.
Sarà inserito il requisito della residenza in Italia, che scenderà da 10 a 5 anni, per non incorrere nelle censure di Bruxelles.
Le agenzie del lavoro
Verranno fatti i controlli incrociati sul possesso dei requisiti (reddito, patrimonio, veicoli, eccetera) e i nuclei familiari senza occupabili saranno indirizzati ai Comuni per i percorsi di inclusione sociale mentre gli altri verranno avviati ai centri per l’impiego dove, come condizione per ottenere la Mia, dovranno sottoscrivere un patto personalizzato.
Per gli occupabili la riforma, oltre ai centri pubblici per l’impiego, coinvolgerà le agenzie private del lavoro. Che incasseranno un incentivo per ogni persona occupabile per la quale riusciranno a ottenere un contratto, anche a termine o part time.
Piattaforma online
Per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà creata una piattaforma nazionale sotto la regia del ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro. Basterà rifiutarne una per decadere dalla prestazione.
L’offerta verrà ritenuta congrua se in linea con la profilazione della persona occupabile e se la sede di lavoro sarà nell’ambito della provincia di residenza del beneficiario o delle province confinanti (una formulazione, spiegano i tecnici, necessaria perché a volte Comuni di province diverse dalla propria sono più vicini al Comune di residenza). Saranno ritenute congrue anche le offerte di contratti brevi, purché superiori a 30 giorni.
Si potrà lavorare
Per scoraggiare il fenomeno dei percettori del sussidio che contemporaneamente lavorano in nero, la norma introdotta con l’ultima legge di Bilancio, che consente ai titolari del Reddito di cumulare l’assegno con redditi da lavoro stagionale o intermittente fino a 3 mila euro l’anno, verrà estesa a tutti i tipi di lavoro dipendente. E se si supererà questa soglia, ma a causa di un contratto a termine di durata inferiore alla Mia, la prestazione sarà sospesa per la durata del rapporto di lavoro e riattivata dopo.
Più controlli
La riforma rafforzerà le norme sui controlli, sulla decadenza dal beneficio per chi non rispetta gli impegni previsti dai patti di inserimento al lavoro o di inclusione sociale (questi ultimi, che poi saranno la maggioranza, affidati ai Comuni), e quelle sui reati per chi dichiara il falso o lavora in nero pur prendendo il sussidio.
Si tratta di norme molto importanti, per evitare di sprecare risorse. A gennaio 2023 le famiglie beneficiarie del Reddito e della pensione di cittadinanza (per un importo medio di 562 euro al mese) erano 1.160.714: circa 200 mila in meno dello stesso mese del 2022. E le domande 111 mila contro le 88 mila del gennaio di un anno fa.
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