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lunedì 6 marzo 2023

A proposito di Entella

Auspicio: che qualcosa si muova

in direzione della pubblica fruibilità

 Su Entella, qui a Contessa Entellina, dovremmo sapere tantissimo, tuttavia ad oggi non cogliamo alcun entusiasmo né dagli organi pubblici né dalla cittadinanza nell'avere la possibilità di fruire del, così definito da tanti, Museo che da anni resta precluso a chi vorrebbe visitarlo e goderne culturalmente.

 Fiduciosi che prima o dopo qualcosa venga operato a beneficio della fruibilità pubblica, ci piace riportare un breve estratto, da una più ampia descrizione di presentazione, curata per la premessa  al supplemento  agli Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa di qualche tempo fa dal ricercatore Carmine Ampolo.

 Da quegli Annali contiamo di estrapolare, nel tempo, ulteriori stralci su Entella.

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Entella. Area centrale.


 Per Entella quanto qui illustrato mostra l’intensa vita della città da epoca tardo-arcaica ad età ellenistica, in particolare nell’area centrale del vallone Est, occupato – tra VI e III sec. a.C. – da ediici a carattere pubblico, sia d’uso ‘civile’ che a carattere cultuale, è in quest’area che, con ogni probabilità, dobbiamo riconoscere l’
agora di Entella, almeno quella di età ellenistica. 

 Alle fortificazioni di NordOvest sono dedicate due relazioni che continuano ad illustrare con nuovi dati il quadro delle fasi arcaico-classiche ed ellenistiche. Cospicua la documentazione relativa all’occupazione medievale dell’area, che vede anche la ristrutturazione delle fortificazioni antiche dopo il lungo abbandono iniziato nel II sec. a.C.  

 I reperti numismatici arricchiscono la documentazione relativa ad Entella in età tardoclassica ed ellenistica. Degno di nota anche il rinvenimento (nell’area delle mura di NordOvest) di due monete di Carlo d’Angiò e Federico III che testimoniano una frequentazione del sito anche dopo il drammatico intervento federiciano del 1246.

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