La sensazione è che nel terzo millennio
di veri politici -forse- non ne esistono !
Scrive Eric I. Hobsbawn ne "Il secolo breve 1914-1991":
Sarajevo. |
La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l'esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorte di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono. Questo fenomeno fa sì che la presenza e l'attività degli storici, il cui compito è di ricordare ciò che gli altri dimenticano, siano ancora più essenziali alla fine del secondo millennio di quanto mai lo siano state nei secoli scorsi. Ma proprio per questo motivo gli storici devono essere più che semplici cronisti e compilatori di memorie, sebbene anche questa sia la loro necessaria funzione. Nel 1989 tutti i governi, e soprattutti i ministeri degli Esteri, avrebbero tratto grande beneficio da un seminario di storia sugli accordi di pace successivi alla prima guerra mondiale, accordi che la maggior parte di loro dimostrarono di aver dimenticato.
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Oggi i politici, ossia coloro che possiedono la responsabilità del pianeta, dovrebbero ricordare come da crisi locali sono sempre esplosi disastri molto più ampi; così avvenne dopo Sarajevo (1° guerra mondiale), così avvenne dopo l'occupazione tedesca del corridoio di Danzica (2° guera mondiale).
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