Legalità
La guardia di finanza dopo indagini sulla conduzione amministrativa del Parco archeologico di Selinunte ha rappresentato alla Magistratura un patologico sistema clientelare preordinato all’assegnazione di pubbliche commesse a un cartello di imprese» riconducibili a tre imprenditori.
Sarebbe sostanzialmente esistita una rotazione semplicemente formale degli operatori economici chiamati a lavorare al Parco «le imprese beneficiarie apparivano puntualmente riconducibili, per il tramite di prestanome, a fattuali poteri di gestione degli imprenditori, legati all’allora direttore da diretti e radicati rapporti di natura amicale».
In cambio dell’assegnazione dei lavori, l’ex direttore del Parco avrebbe percepito dagli affidatari utilità, tra le cui "opere di ristrutturazione in abitazioni private nelle province di Palermo e Agrigento, nonché interventi di trasloco, giardinaggio e disinfestazione"
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