StatCounter

domenica 26 marzo 2023

Alle radici dell'Umanità (12)

IL MONDO ALL'ALBA DELL'UMANITA' pag. 12

Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio

cioè di suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio,

e uscì con loro da Ur dei Caldei (Genesi, 11,11).

 Compito degli storici dei nostri giorni è quello di confrontare  i dati della Bibbia con i fatti della Storia Generale dell'Umanità. Il tutto con ovvie riserve che nascono dalle insufficienze della narrazione della Bibbia e soprattutto dalla cronologia extra-bibblica. Gli storici azzardano che: Abramo visse in Canaan verso il 1850 a.C.; che Giuseppe fece carriera  in Egitto e che gli altri "figli di Giacobbe"  lo raggiunsero attorno al 1700 a.C. L'uscita degli ebrei dall'Egitto avvenne approssimativamente nel 1250 a.C., durante il regno di Ramses II.

Ur è stata oggetto di grandi scavi archeologici
tra la prima e la seconda guerra mondiale,
ad opera dell'inglese Leonard C. Woolley.
 I tesori scoperti in quegli scavi si trovano
oggi conservati nei musei di Londra, di Philadelphia
 e di Baghdad.



Dopo l'evento, intermezzo, della Torre di Babele, Genesi affronta nuovamente la discendenza da Noè in poi. Terach aveva tre figli (Abram, Nacor e Aran). La moglie di Abram, Sara era sterile e non poteva avere figli e, capitò pure che Aran morì ancora giovane lasciando i figli Lot, Lilca e Isca. Costoro vivevano -come riporta Genesi 11,28- tutti nel territorio di Ur Kasdim (Ur dei Caldei). Sebbene fra gli archeologi, ancora ad oggi, sussistono contrasti sulla localizzazione di quella città, si ritiene che il riferimento sia a Ur, (città-stato sumera). La regione "Caldea" era un'area che in tempi successivi (dopo il VII secolo a.C.) entrerà a far parte dell'Impero babiloinese.

 E' da tenere presente, nell'ottica storica entro cui ci proponiamo di procedere sul Blog, che già nel VI secolo a.C. la "Torah" (prima parte della Bibbia ebraica -Tanakh-  raggruppa i libri attribuiti a Mosé, sebbene gli studi più moderni evidenziano differenze di stili, ripetizioni e disordini nei racconti che mettono in dubbio che vi abbia messo mano un solo autore) era già stata scritta nella forma finale.

 Ur, sin dalla notte dei tempi, è stata sempre immaginata come uno dei centri abitati più antichi della civiltà umana. Fra più ipotesi, si ritiene che sia sorta ad opera di agricoltori della Mesopotamia settentrionale ancora prima del 6500 a.C. e che sia andata distrutta da una poderosa inondazione intorno al 2900 a.C. per poi essere ricostruita dal re Mesannepada (III dinastia, circa 2113-2006 a.C.).

I Tempi scientifico-storici:

  Circa 2530  a.C.              Circa 2500 a.C.                Circa 2500 a.C.         Circa 2500            Circa 2500

Il faraone Khufu                 Le temperature più                    Piante di cotone            Vie commerciali            In Cina viene

Cheope) costruisce la           elevate modificano                    e patate vengono           terrestri si svilup-        inventata 

Grande Piramide di              l'urbanizzazione                        coltivate nell'odierno      pano dai Balcani        l'agopuntura.

Giza                                    di Canaan                                    Perù.                                alla Spagna.

Leggi pag. 1     Leggi pag. 2    Leggi pag. 3   Leggi pag. 4   Leggi pag. 5  Leggi pag. 6 Leggi pag. Leggi 8Leggi 9, Leggi pag. 10 Leggi pag. 11

(Segue)

=  =  =  ^  ^  ^  =  =  =

 Il credente cristiano: 

OLIVER CLEMENT

dal testo "I volti dello Spirito"

   CREDO NELLO

SPIRITO SANTO -Il Signore della vita

  Lo Spirito è il Signore della vita, ed è in termini di vita che dobbiamo evocarlo nella teologia e "acquisirlo" nell'esistenza cristiana.

   L'esperienza ecclesiale che trova espressione nella definizione del II concilio ecumenico conferisce allo Spirito un significato non intellettuale ma vitale. Noi abbiamo la tendenza  a contrapporre spirito e materia, 'spirituale' e 'temporale' -dualismo delle gnosi, intimismo delle devozioni prive di vigore-; ma lo Spirido del quale ci parla il Credo di Nicea-Costantinopoliu è estraneo a simili contrapposizioni. Non è spirito in contrapposizoione alla materia, bensì quel Soffio che vivifica l'uomo nella sua interezza e che trasforma il divenire cosmico in un immenso movimento di incarnazione. Non è evasione dalle vicende storiche, bensì l'unico dinamismo in grado di animare  la storia degli uomini, di sottrarlo alla fatalità del nulla, di far sì che in essa maturi il Regno dei viventi.

   Lo Spirito è "Signore": con questa affermazione il II concilio ecumenico ha confessato chiaramente  la divinità dello Spirito in polemica con in "pneumatomachi". Ma questo SWignore  è il Signore della vita, e la sua sovranità è completamente interiore, di irradiamento, di ispirazione: essa opera nel farsi presente  dello Spirito. I simboli di quest'ultimo, nella Scrittura, sono elementi in movimento: il vento e l'uccello nel vento, il fuoco, l'acqua viva. Nelle sue manifestazioni, lo Spirito è movimento verso Cristo, verso il Padre. E' in lui che noi confessiamo  che "Gesù è Signore" (I Cor 12,3)  e che osiamo chiamare  il Dio inaccessibile "Abbà, Padre" (Rm 8,15). "Voi ricevetrete il dono dello Spirito santo", dichiara l'apostolo Pietro (At 2,38). Lo Spirito si identifica con l'atto di donare: dona la vita, una vita più forte della morte, la vita stessa di Dio; è fecondità, diffusione, "ab-negazione" vivificante. In lui, che cova maternamente  come un uccello le acque originali, la creazione ha una valenza sacramentale. Scrive Teofilo di Antiochia:

Dio ha donato alla terra lo Spirito che la feconda . E' il suo spirare che vivifica tutto, e se Egli trattenesse lo Spirito presso di sé, sarebbe la morte universale. Questo Spirito vibra nel tuo, nella tua voce. Respiri il suo Spirito, eppure lo ignori.

(Segue) 

Nessun commento:

Posta un commento