Il giornalista Antonio Polito commentando il saggio di Ernesto Galli della Loggia: L’aula vuota. Come l’Italia ha distrutto la sua scuola.
Estrapoliamo:
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«la cultura alla fine significa semplicemente la possibilità per ognuno di noi di uscire dalla propria particolarità e di mettersi in relazione con il mondo passato e presente, con tutti i suoi pensieri, i suoi protagonisti, e i suoi fatti, raggiungendo così una pienezza di vita altrimenti impossibile…
La polemica di Galli della Loggia è principalmente contro la “fine del passato”… È impossibile immaginare l’istruzione senza collegarla a una forma di trasmissione di valori, di principi e di conoscenze, che non abbiano in qualche modo lo sguardo rivolto all’indietro…
Spezzandosi la continuità culturale, diviene assai concreto il pericolo - segnalato da Hanna Arendt - che i nuovi venuti, la generazione più giovane, non sapendo nulla del mondo in cui arrivano lo mettono a soqquadro, lo lasciano andare in rovina, e per paura e semplice incoscienza lo distruggono».
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