Modelli di vita e di società
Quali apporti gli europei hanno dato all'umanizzazione del pianeta, ed ancora alla loro contestuale affermazione sul pianeta, plasmando in qualche modo -su loro misura- le relazioni fra i popoli ?
Si era sostanzialmente passati da una concezione della sovranità «di origine divina, corrispondente all’ordine naturale, sul modello padre-figlio», nella quale tutto il potere era assegnato a un’unica autorità, a una «sofisticata elaborazione e coordinazione delle istituzioni»: era sorto sia pure ancora in embrione lo “stato moderno”, che con le sue plurime articolazioni e la stabilità che caratterizzava i «poteri» aveva consentito agli europei di affrontare «gli enormi problemi organizzativi e politici che derivavano dall’entità delle loro ambizioni».
Non meno rilevante fu la trasformazione che derivò dall’accrescimento e dal perfezionamento della capacità degli europei di «conoscere, studiare, e auspicabilmente integrare dal punto di vista politico la diversità». Gli abitanti del vecchio continente, la cui identità era frutto di una «grande acculturazione» conseguenza dell’incontro tra la cultura romana e quella germanica, erano riusciti a costruire un percorso che aveva portato alla nascita della categoria di “tolleranza” che trasformava la “diversità” e dunque anche la “pluralità” in risorsa politica. Il principale effetto di questi mutamenti fu il nuovo valore assunto dal concetto di “libertà”, da cui derivò l’idea moderna di democrazia: Prima la libertà era stata solo la capacità dei singoli e delle comunità di difendere le proprie prerogative; e la democrazia era il governo diretto del popolo nell’assemblea cittadina; poi i due concetti sono confluiti in un complicato sistema legale, politico e culturale, finalizzato a far giocare gli interessi e le opinioni di ogni singola diversità a vantaggio di tutti.
Questa innovativa elaborazione culturale e politica dei concetti di tolleranza, di libertà e democrazia è stata il frutto di una laboriosa negoziazione e confronto su ciò che era possibile tollerare, ovvero includere nell’ambito pluralistico della libertà e delle legittime ambizioni del popolo, e ciò che invece si conveniva, o si imponeva di lasciar fuori. Una negoziazione infinita, sulla quale si sono strutturate le armi culturali per il governo mondiale della complessità.
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