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sabato 25 marzo 2023

Il mondo entro cui viviamo (1)

  Incolpiamo Voltaire e Rousseau?

ragionando sulla Storia

 Frequentemente ci capita di leggere brani tendenti a mettere in discussione l'Illuminismo. L'accusa, ovviamente da ambienti politici di destra più o meno estrema, è che l'universalismo egualitario sarebbe più pericoloso dell'antico assolutismo regio, oppure, che alla monarchia di diritto divino sarebbe subentrato l'autoritarismo del Bene Pubblico.

 Ragionando sulla Storia sappiamo che la Rivoluzione francese del 1789, per taluni eventi, fu identificata col Terrore, nonostante sedicenti ragioni
"rivoluzionarie" addotte per motivarlo. Sappiamo però che l'Illuminismo sta alla base dell'immensa emancipazione dalle tutele delle monarchie di diritto divino e pure dalle gerarchie della Chiesa cattolica.

 Va comunque ricordato che nel "Trattato sulla tolleranza", Voltaire ha fustigato gli atei non meno dei fanatici. Voltaire è stato un deista (= filosofia religiosa razionalista ma non necessariamente anticlericale, che sostiene l'esistenza di un Dio Essere Supremo, ordinatore, ma esterno al mondo, con caratteri di "religione naturale").

 Volteire, come Montesquieu, si adoperò per legare il suffragio elettorale al censo (Manifestazione della propria volontà politica, nelle consultazioni elettorali in relazione al censo) e quindi limitandolo. Solo Rousseau pensò ad una democrazia fondata sia sulla volontà popolare che sulla sovranità di ciascuno, concepita però a colpi  di referendum reiterati. Seppure in quei primi ambiti, con Rousseau il principio di Eguaglianza cominciò in Occidente i suoi primi passi.

 Esiste, ed è ovvio, un nesso fra la Rivoluzione del 1789 ed i Lumi. Marat pensava che la libertà (e l'eguaglianza) non poteva essere riconosciuta a chi non condivideva la Rivoluzione e Saint-Just sosteneva che tutto è permesso al fine di difendere i "grandi principi: fraternità, libertà, eguaglianza. 

 Ed arrivò Robespiere che sventolando l'argomento del pericolo esterno e al fine di non far tornare l'Ancien Règime re-istituì la ghigliottina. E qui spunta l'ironia della sorte: era stato proprio Robespiere a proporre l'abolizione delle regie ghigliottine. Con l'istituzione della ghigliottina la Rivoluzione liberale ingloba in se il Terrore. Tanti intellettuali hanno concluso  che i "mezzi" sono capaci di alterare e trasformare i "fini" e che la Rivoluzione francese  del 1789 non va accolta in blocco dal momento che ha in sé il meglio ed il peggio. Ed il peggio non va mai scusato. 

 Fu su quel peggio che nel 1917 venne impiantata la rivoluzione bolscevica, che gli autori però vollero ritenere migliore.

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