StatCounter

lunedì 13 ottobre 2025

Terre rare trampiane

Terre rare
Non sono elementi così
introvabili: a parte
qualche
eccezione quasi tutti
sono presenti
nella
crosta terrestre in
concentrazioni
piuttosto
elevate. La rarità
suggerita dal
nome
dipende dalla difficoltà
di trovare
giacimenti di 
metalli rari abbastanza 
grandi da renderne
l’estrazione redditizia.
Proprio per questo motivo
il processo estrattivo è
costoso e complesso.

Hanno avuto nella 
rivoluzione tecnologica 
degli ultimi 20 anni
un ruolo rilevantissimo.
Denominati per questo
metalli tecnologici
sono i protagonisti
indiscussi di numerosi
settori: dall’elettronica
alla produzione industriale
(petrolchimica, bellica,
aerospaziale), dalle
rinnovabili alla
medicina.





Terre rare

Le terre rare nella tavola periodica degli elementi chimici, la «tavola di Menedeleev» (1869), quella che alcuni di noi abbiamo studiato alle medie superiori, quelle Terre Rare, tanto care a Trum, occupano la penultima riga.

Si tratta di diciassette metalli che si era sempre ritenuto che non fossero di grande utilità e necessità e si è scoperto che sono  abbastanza diffuse in natura. I due elementi meno disponibili tra i diciassette, cioè il tullio e il lutezio, sono duecento volte più facili da trovare rispetto all’oro. 

 La difficoltà sta nella processo di separazione di questi metalli dai minerali. Hanno proprietà fisiche preziose per le produzioni ad alta tecnologia, in particolare il digitale e gran parte delle applicazioni legate alla transizione energetica. Le loro caratteristiche consentono grande versatilità e flessibilità di applicazione. 

1)  Il neodimio è usato, tra l’altro, nei motori delle auto elettriche o delle turbine eoliche. 

2) Il disprosio è fondamentale per assemblare i motori delle auto elettriche. 

4) Il lantanio serve per la raffinazione del petrolio, per le batterie e l’ottica. 

5) Il cerio consente di abbattere le emissioni dei motori diesel ed è parte della produzione del vetro. 

6) L’olmio consente l’uso del laser per gli interventi chirurgici. 

Sono praticamente essenziali per l’assemblamento di una gamma ampia di prodotti o di componenti come i semi conduttori che, a loro volta, sono diffusi trasversalmente nei comparti industriali più diversi.  

Per meglio intendere: possiamo utilizzare lo schermo della tv, lo smartphone e il computer grazie ad essi. Nei settori ad alto tasso tecnologico: telecomunicazioni, elettronica, automazione, petrolchimica, energie rinnovabili, aerospaziale, armamenti ad alta precisione, come i droni che stanno recando grandi danni in Ucraina, servono queste terre rare. 

Ancora: realtà digitale e dell’Hi-tech dei nostri giorni, da Apple a Nvidia, sono semplicemente vitali.

Ai nostri giorni la maggiore concentrazione di Terre Rare si trova in Cina, il Paese che di fatto detiene il quasi monopolio della produzione mondiale: 70% dell’estrazione e 90% della lavorazione e della raffinazione. Il resto è distribuito tra Russia, Stati Uniti, Australia, India, Brasile, Malesia, Sudafrica, Svezia, Finlandia e Norvegia. 


Nessun commento:

Posta un commento