L’occupazione dei latifondi nella Sicilia centro-occidentale
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Sicilia vide intense occupazioni di terre guidate da contadini e braccianti, esasperati dalla miseria e dalla promessa di una riforma agraria mai attuata. Il movimento, spesso in conflitto con i proprietari terrieri e represso duramente nell’immediato dopo guerra, culminò nell'attuazione della riforma agraria siciliana nel 1950, che prevedeva l'assegnazione di terre ai contadini manuali attraverso l'Ente di Riforma Agraria (ERAS).
l contesto del secondo dopo-guerra mondiale
La fine della guerra lasciò molti contadini in condizioni di disoccupazione e miseria, con terre spesso mal coltivate e di proprietà dei latifondisti, che ne dividevano i prodotti in modo poco vantaggioso per il fattore lavoro e a beneficio della rendita.
La promessa di una riforma agraria, sostenuta anche dalla lotta dei braccianti, divenne il motore del movimento contadino di ispirazione socialistica e comunistica.
Il decreto del 1944, prevedeva la distribuzione dei terreni incolti o mal coltivati alle cooperative di contadini, e sebbene insoddisfacente alle aspirazioni sociali diede comunque una spinta iniziale al movimento, che però si scontrò con la lentezza e le inefficienze del sistema politico.
La repressione
Occupazione delle terre: I contadini occuparono i latifondi, chiedendo la riforma agraria sempre promessa e mai attuata.
Repressione violenta: Il movimento delle occupazioni dei feudi subì una violenta repressione tra il 1947 e il 1955, che provocò nell’Isola 40 morti, 1.614 feriti, 60.319 arresti e 21.093 condanne dei tribunali. Da ragazzo, chi scrive, ebbe raccontati tantissimi eventi e situazioni di quel contesto agitatorio dai protagonisti locali, di Contessa Entellina, sul quadro delle occupazioni che avevano per guide dirigenti della Sinistra politica e sindacale dell’Isola, socialisti e comunisti.
Avremo modo e tempo per evocare le figure locali e i dirigenti sindacali provinciali che guidarono il movimento locale di Contessa Entellina.
Conclusione
La legge per la riforma agraria in Sicilia, istituendo l'ERAS, sancì l'assegnazione delle terre ai contadini diretti, anche se il processo fu lungo e non privo di contrasti.
Assegnatari: in Sicilia, la riforma agraria ha assegnato circa 24.956 lotti di terra, per un totale di 99.421 ettari. L'ampiezza media di ogni lotto era di circa 3,98 ettari.
Nonostante la riforma, molte terre del latifondo non furono assegnate con accorgimenti inseriti nella legislazione e dando tempo per lasciti e donazioni ai parenti dei latifondisti o furono assegnate in modo insufficiente, con conseguente aumento dei contenziosi tra i contadini medesimi.
Il movimento politico e sindacale da subito denunciò l’inidoneità’ di quella riforma a sviluppare una agricoltura adeguata al tempo. L’inadeguatezza da subito fu misurata dall’avvio di un consistente movimento migratorio dall’Isola, mai arrestatosi fino ai nostri giorni.
La stampa isolana democratica non mancò di denunciare da subito che quella riforma fu ideata per sgonfiare, proprio mediante il processo migratorio, le aspettative riformatorie del movimento contadino e dei partiti della Sinistra.

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