Vicende, Storia e Tradizioni
L'arbëreshe deriva dal dialetto tosk (tosco), parlata nell'Albania meridionale e in Grecia, ed è la lingua che i profughi albanesi (quelli arrivati in Italia nel XV-XVI secolo) avevano quando sono arrivati in Italia. Col tempo, si è evoluta in modo indipendente e si è arricchita con influenze dei dialetti italiani circostanti.
L'Arbëresh continua ad essere parlato nel Sud Italia, in particolare in Calabria (provincie di Cosenza, Catanzaro e Crotone), in Sicilia (in provincia di Palermo, in pochissimi paesi), Basilicata (provincia di Potenza), Puglia (provincia di Foggia), Molise e Abruzzo, dove esistono comunità storico-linguistiche che conservano la lingua e le tradizioni dei loro antenati albanesi, che si stabilirono in Italia, come riportato sopra, a partire dal XV secolo.
Principali aree di presenza nel Sud Italia:
Calabria: È la regione italiana con la maggiore concentrazione di comunità arbëreshe, soprattutto in provincia di Cosenza, ma anche, come riportato sopra, a Catanzaro e Crotone.
Sicilia: il centro importante della cultura arbëreshe sta a Piana degli Albanesi, dove le istituzioni sia civiche, sociali e religiose sono attente a che la comunità faccia uso e provvedano a che le nuove generazioni crescano, come da sempre, con l’uso ordinario della lingua dei padri. Circostanza che a Contessa Entellina non capita più, dal momento che le istituzioni di ogni livello mostrano disinteresse, tranne a farsi fotografare nelle occasioni festive accanto alle ragazze in costume arbereshe.
Basilicata: La lingua e le tradizioni sono ben radicate in alcune comunità della provincia di Potenza, come sopratutto quella di Barile.
Puglia: Esistono comunità significative nelle province di Foggia, come a Chieuti e Casalvecchio di Puglia.
Molise: Anche qui sono presenti comunità che mantengono la lingua e le tradizioni.
Abruzzo: Si riscontrano insediamenti nella provincia di Pescara.
Campania: Si trovano comunità arbëreshe nella provincia di Avellino.
Come la lingua viene mantenuta?

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