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sabato 11 ottobre 2025

Ciò che vediamo è vero? La burocrazia lascia morire.

 

Per avere l’esito di un esame
istologico era stata costretta a
ricorrere a un avvocato. 
Non erano servite le telefonate
continue all’ospedale di Mazara
del Vallo. 
E solo le carte bollate
e una diffida avevano sbloccato
la situazione.
 Dopo otto mesi
dall’intervento di isterectomia
subito per la rimozione di un
apparente fibroma, Maria
Cristina Gallo
, ad agosto del
2024, aveva avuto il «verdetto» e
scoperto di avere
un cancro al quarto stadio. 





Malasanità. Sui media (tv, giornali e fb) ci capita di apprendere che una donna, a Mazara del Vallo, una madre, e’ morta a causa della malasanità. Ossia di quella logica disumana della mala burocrazia che regna sopratutto negli impieghi pubblici, presso cui -generalmente- si assurge non per vocazione e amore di voler servire il pubblico ma per raccomandazioni e spallate dei potenti di turno.

  La burocrazia -si sa- fa danni ovunque, ma in medicina, negli ospedali  può arrivare a uccidere.

 Una madre, una professoressa, Cristina Gallo, leggiamo e apprendiamo dai media,  ha atteso otto mesi l’esito nefasto di un esame istologico che, se conosciuto per tempo, le avrebbe permesso di contenere e forse eliminare il tumore di cui è morta ieri a 56 anni.  E a causa di tanta burocrazia, e’ deceduta.

 Certo, sono tantissimi i medici che mettono al primo posto l’essere umano nella sua versione più debole: il malato. In questa storia che arriva da Mazara del Vallo, purtroppo, non se n’è trovato neanche uno.

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