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lunedì 20 ottobre 2025

Esiste una Storia locale che si tende a non narrare (1)

La condizione contadina
fino agli anni '50 
era
caratterizzata da lavoro
duro e miseria,
specialmente
a causa del sistema del
latifondo e di strumenti
agricoli rudimentali
.

Con l’avvio della
riforma
  
agraria del 1950, le
condizioni
di vita rimasero difficili
per molti, con un alto
tasso di emigrazione
verso le città industriali
e verso la Svizzera
e Germania in cerca di
lavoro. 
La vita rurale
era basata su un
sistema agricolo
tradizionale,
spesso incentrato sulla
famiglia colonica e la
mezzadria, con
scarsa connessione
con i centri urbani
e con il progresso
che pur avanzava
nel Nord del 
Paese Italia.

In cerca di un futuro
migliore, molti giovani
e non giovani
abbandonarono le
campagne per trasferirsi
nelle città industriali
del nord, in Svizzera
ed in Germania
contribuendo alla
trasformazione
demografica del paese.

Se Contessa Entellina
oggi conta poco più di
mille abitanti e’
perché dal secondo
dopoguerra nessuna
politica governativa
di sviluppo
e’ mai stata intrapresa
per le aree interne 
della Sicilia.















 Il secondo dopo-guerra contessioto

La vita sociale nell'entroterra contadino siciliano del secondo dopoguerra era caratterizzata da povertà, precarietà e un forte movimento di protesta per la terra. Le condizioni di lavoro erano durissime e i contadini vivevano in una situazione di miseria, aggravata da una disoccupazione diffusa e dalla persistenza dei latifondi, che alimentavano un forte malcontento e movimenti di occupazione delle terre, spesso repressi violentemente. 

Condizioni di lavoro e miseria:

   I contadini lavoravano sui latifondi "da stidda a stidda" (dall'alba al tramonto) per salari bassi spesso in natura e in condizioni di semi-servitù. 

  La disoccupazione era alta e la miseria dilagante, soprattutto in quel secondo dopo guerra.  

  I latifondi dominavano il paesaggio agrario, con la stragrande parte della terra posseduta dai grandi proprietari terrieri che vivevano a Palermo o a Roma.

  Movimento contadino e occupazione delle terre

   In risposta a questa situazione, i contadini diedero vita a un forte movimento per ottenere la terra. A promuovere il movimento furono uomini coraggiosi che durante il fascismo erano stati esiliati o incarcerati. Politicamente erano socialisti e comunisti.

   Il decreto Gullo del 1944, che concedeva le terre incolte alle cooperative di contadini, diede un ulteriore impulso a queste mobilitazioni.

 I contadini locali iniziarono ad occupare le terre dei latifondisti inizialmente per protestare contro le condizioni di miseria ereditata dal fascismo e quindi per rivendicare il frazionamento del latifondo.

   Repressione e violenza:

  La reazione dei latifondisti fu violenta, spesso in più realtà con la complicità della mafia e di alcuni esponenti delle forze dell'ordine.

 In Sicilia tanti leaders contadini furono uccisi, tra cui nell’area occidentale Placido Rizzotto e Giuseppe Maniaci, per reprimere il movimento.

   Incertezza e speranze di cambiamento:

   Nonostante le promesse, la riforma agraria fu parziale e non risolse i problemi strutturali, alimentando una disillusione che portò all'abbandono delle campagne in tempi successivi.

   L'ambiente di quel dopo-guerra era socialmente insicuro a causa della criminalità e del potere e ruolo della mafia, che controllava parte della gestione delle terre.

    Ancora ai nostri giorni (nel terzo millennio) per provare a vivere secondo il modello europeo non esiste nell’area interna dell’Isola percorso da inseguire se non quello di e-m-i-g-r-a-r-e. 

(Segue)

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