
Da tre domeniche stiamo riportando la parte iniziale di una sua opera. Si tratta di una lettura (interpretazione) dello spazio, dell’Universo nel XV secolo.
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Centocinquanta capitoli naturali, teologici, etici e pratici
di Gregorio Palamas
5) Il corpo celeste, tuttavia, non procede né tende verso l’alto non perché non c’è spazio al di là; e la sfera dell’aria che sottostà ad esso e ne è circondata non procede verso l’alto non perché non c’è spazio verso cui procedere, infatti è circondata dall’ampiezza del cielo; ma essa non tende verso l’alto perché questo più alto è più sottile, perciò anche è più alto, per sua propria natura. Dunque, non perché non c’è luogo più alto di esso, il cielo non procede verso l’alto, ma perché non c’è corpo più sottile e più leggero di esso.
6) Nessun corpo è più eccelso del corpo celeste, non perché in confronto ad esso non c’è corpo più alto capace di accogliere un qualche corpo, ma perché il cielo comprende ogni corpo e non ce n’è altro al di là di esso. Ma se il cielo si potesse attraversare, come noi uomini di fede crediamo, non sarebbe inammissibile che vi fosse quell’oltre cielo. Infatti, Dio che riempie tutto e si estende all’infinito verso ciò che è al di là del cielo, riempiva tutto anche prima del mondo come ora riempie tutto lo spazio del mondo, e nulla impedì che in esso trovasse posto un corpo.
Dunque, nulla impedisce che fuori dal cielo vi sia un luogo - come c’è intorno al mondo o dentro il mondo - tale che in esso vi possa essere un corpo.
7) Perché dunque, poiché non c’è impedimento, il movimento del corpo celeste non si porta verso l’alto ma avviene circolarmente ritornando su se stesso? Perché appunto galleggiando sugli altri, come il più sottile di tutti, è il più alto di ogni corpo, ma è anche il più mobile. Come infatti ciò che è compresso al massimo è pesantissimo e tiene il luogo più basso, ciò che è leggerissimo è, insieme, altissimo e mobilissimo. Poiché dunque, ciò che così suole per natura muoversi galleggia in alto, gli è impossibile, per natura, separarsi dalle cose su cui galleggia, ma poiché le cose su cui il corpo celeste galleggia sono sferiche, esso corre necessariamente senza sosta intorno ad esse, non in virtù di una natura psichica, ma di una natura corporea e propria: poiché muta, per parti, luogo da luogo, che è il movimento assolutamente proprio dei corpi, come anche la opposta stasi dei corpi vicini contrapposti.
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Gianfranco Ravasi: cardinale, arcivescovo cattolico e biblista italiano, teologo ed ebraista.
La Bibbia vuole presentare la rivelazione di Dio, la sua Parola non attraverso una comunicazione esoterica, mitica e mistica, bensì nel suo svolgersi e manifestarsi attraverso la storia di un popolo, in fasi successive.
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