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sabato 4 ottobre 2025

La minoranza albanese/arbëreshe nel meridione italiano (1)

Gli arbëreshë si stabilirono in
Italia tra il XV e il XVIII secolo,
in seguito alla morte dell’eroe
nazionale albanese Giorgio Kastrioti
 Skanderbeg e alla conquista
progressiva dell’Albania e di
tutto l’Impero Bizantino da parte
dei turchi ottomani.

La gran parte delle cinquanta comunità
arbëreshë sono di religione cattolica,
ma conservano tuttora il rito
greco-bizantino. Esse fanno capo a due
eparchie: quella di Lungro, per gli
arbëreshë dell’Italia meridionale, e
quella di Piana degli Albanesi
per gli arbëreshë di Sicilia.








 Vicende, Storia e Tradizioni

Gli Arbereshe si insediano nel meridione italiano da un'ondata migratoria di comunità albanesi fuggite dall'invasione turca dei Balcani nel XV secolo, dopo la morte dell'eroe nazionale Giorgio Castriota SkanderbegTrovarono accoglienza nel Regno di Napoli e in Sicilia. Tante di quelle comunità arbëreshë si sono stabilite, mantenendo lingua, tradizioni e riti religiosi bizantini, in centri da loro fondati che esistono ancora oggi in Calabria, Sicilia, Basilicata e altre regioni del Sud Italiano.

 Causa della migrazione dai Balcani fu l’
Occupazione Ottomana. 
Dopo la morte di Skanderbeg, l'Albania fu progressivamente occupata dall'Impero Ottomano, evento che pose fine alla resistenza albanese e portò a persecuzioni e  minaccia dell'islamizzazione forzata. 
 Le migrazioni in direzione del Sud Italia avvennero tra il XV e il XVIII secolo e portarono alla fondazione di molti centri abitati che mantengono ancora oggi la lingua e le tradizioni albanesi, creando -appunto- la comunità degli Arbëreshë. 
 
Agli Arbëreshë fu concesso di conservare i propri riti religiosi da cristiani di ritualità  bizantina, e la loro identità culturale, ricevendo in alcune realtà territoriali esenzioni fiscali e altri privilegi. Alcune delle 
comunità arbëreshe si distinguono ancora oggi per la conservazione dell'uso della lingua albanese e di tradizioni e usanze uniche in terra italiana.

 

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